Bio carburanti: cosa sono, come si usano e quali sono gli obiettivi?

I biocombustibili vengono ricavati dalla biomassa. Due sono i principali settori industriali: l’etanolo e il biodiesel, che possono essere utilizzati puri come accade in Brasile (per l’etanolo) ed in Germania (per il biodiesel), oppure possono essere impiegati come additivi dei carburanti convenzionali.

La Francia aveva inizialmente optato per la seconda strada, ma dal 2006, ma permette una più alta percentuale di miscela di etanolo (E85 = fino all’85 % di etanolo nel serbatoio).

L’etanolo è stato il primo carburante di origine vegetale ad essere utilizzto. Questo è un alcool etilico prodotto dalla fermentazione dello zucchrov o dall’idrolisi dell’amido, e sucessivamente distillati. L’etanolo è prodotto in Francia al 70 % dalla barbabietola da zucchero, e dal30 % dai cereali. Può essere miscelato direttamente alla benzina, ma la scelta fatta dai petrolieri fino al 2006, per ottenere le proprietà più adatte alla loro base industriale, doveva essere fatto reagire con l’isobutilene, un derivato del petrolio. Si forma quindi l’ETBE (etil-ter-butil-etere), composto per il 47 % da bioetanolo e per il 53 % da isobutilene.

L’etanolo puro e ETBE ora si possono trovare in Francia nelle mescole alla pompa, dove è conosciuto con il marchio che deriva dal Diester ed è ricavato da semi oleosi (colza, girasole). Dopo la fase di spremitura e quella di raffinazione, l’olio viene miscelato con metanolo per raggiungere proprietà vicine a quelle del gasolio (viscosità, stabilità, ecc). La reazione della miscelazione del 90 % di olio con il 10 % di metanolo dà il risultato di un 10 % di glicerina e del 90 % di olio vegetale-estere-metilico (FAME), comunemente noto come il biodiesel.

I biocarburanti non sono destinati a sostituire interamente i combustibili fossili, ma a contribuire alla ricerca di soluzioni alternative. Dal 1974, gli Stati Uniti ed il Brasile sono impegnati nella produzione di bioetanolo come combustibile. La presenza dei biocarburanti in Europa è arrivata invece, molto più tardi. In Europa la produzione di biocarburanti da incorporare in carburante e olio da riscaldamento è cominciata nel 1987. Nel 1992 la Francia ha introdotto una tassa per contribuire allo sviluppo del settore: si tratta di un esonero parziale dalla TIPP, la tassa interna sui prodotti petroliferi.

Entro i limiti di regolazione, i distributori non sono tenuti a specificare la presenza o l’assenza di biocarburanti alla pompa. Di qui il fatto che gli automobilisti in genere ignorano la loro esistenza.

Secondo le direttive europee approvate nel 2003, i biocarburanti contribuiranno fino al 5,75% nella fornitura di energia del trasporto terrestre dal 2010. Agli inizi del 2007, l’Unione Europea ha fissato un obiettivo del 10% per il 2020.

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