Secondo un’analisi elaborata da Assoelettrica, basata sui dati dell’Autorità e del GSE, il costo totale degli incentivi che saranno destinati in Italia alle fonti rinnovabili elettriche dal 2009 al 2032 sarà pari a circa 220 miliardi di euro, con un picco di spesa pari a 12,5 miliardi di euro previsto per il 2016 (all’incirca circa 200 euro per ogni cittadino italiano). Questo rapporto mostra l’insostenibilità di tali costi, che, non solo graveranno sulle bollette elettriche di cittadini ed aziende, ma potrebbero anche provocare effetti negativi sull’economia del nostro Paese.
“Le utenze domestiche rappresentano il 22% circa della domanda italiana di energia elettrica, le altre utenze il rimanente 78%, quindi la gran parte di questi incentivi sarà a carico di industrie, di piccole e medie aziende di tutti i settori, dalla manifattura al commercio ai servizi, e delle amministrazioni pubbliche – ha spiegato Assoelettrica – Dunque, se solo un quarto del costo degli incentivi peserà direttamente nella bolletta elettrica delle famiglie, i rimanenti tre quarti si rifletteranno in buona parte in un aumento nel costo di prodotti e servizi che le stesse famiglie acquisteranno.“
L’analisi presentata dal presidente di Assoelettrica, Chicco Testa (fautore del nucleare e convinto “ex-ambientalista”, come lui stesso si definisce), ha scatenato non poche polemiche. I sostenitori delle fonti di energia rinnovabili, infatti, hanno commentato quest’analisi affermano che i costi in più registati nelle bollette degli italiani ha consetito un notevole sviluppo della green energy, che negli utlimi anni è riuscita a copriere il 36,7% della produzione elettrica, contro il 14,6% del carbone e di altre fonti altamente inquinanti e il 40% del gas naturale.