Il nuovo decreto sulle rinnovabili elettriche, entrato in vigore lo scorso gennaio, ha imposto notevoli cambiamenti al settore delle biomasse (solide e biogas), necessari per accedere ai nuovi incentivi statali. Le modifiche previste sono state analizzate e illustrate dal report dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano sulle rinnovabili diverse dal fotovoltaico. Dopo lo sviluppo di impianti di grandi dimensioni, favorito dagli incentivi messi a disposizione l’anno scorso, le taglie imposte dal nuovo decreto dovranno essere più contenute e gli impianti dovranno essere integrati in una filiera locale. la riduzione stabilita è del 30%, solo in parte mitigata dalla presenza di “premi” e da un allungamento del periodo di incentivazione, da 15 a 20 anni.
La decisione di porre un freno al settore delle biomasse (ma soprattutto alla filiera del biogas, il cui volume d’affari è più che raddoppiato alla fine del 2012) ha come obiettivo quello di risolvere il crescente fenomeno dell’abbandono dei campi, sfruttando gli ettari di terra non più utilizzati per coltivare la materia prima che alimentano la produzione di biogas, senza pesare sulle colture destinate alla vendita e all’alimentazione.
Inoltre, gli incentivi previsti per l’anno 2013 favoriscono non solo gli impianti di piccole dimensioni (< 1 MW) e le filiere locali, ma anche il riutilizzo dei sottoprodotti agricoli, limitando così la nascita di nuove coltivazioni per scopi energetici.
“Una corretta gestione delle risorse boschive italiane permetterebbe di ridurre il fabbisogno di import e di valorizzare al meglio le biomasse disponibili – hanno spiegato gli autori del report – Al contempo, spiegano, una gestione attiva dei boschi, permetterebbe di limitare il rischio di future problematiche idrogeologiche.”