La società californiana Spectrolab, del gruppo Boeing, ha raggiunto un importante traguardo in termini di efficienza energetica, grazie all’utilizzo di nuove celle solari, molto diverse da quelle che compongono i pannelli fotovoltaici tradiazionali. Si tratta di celle a multigiunzione, caratterizzate dalla sovrapposizione di 2 o più strati di semiconduttori realizzati in laboratorio e che consentono di assorbire bande luminose differenti e di coprire, quindi, una più ampia gamma di radiazioni.
Questa innovativa scoperta garantisce un livello di conversione di energia pari al 37,8%, senza l’aggiunta di lenti ottiche (che attualmente risultano indispensabili per indirizzare e concentrare i raggi del sole sulle celle).
Con il raggiungimento di un tale livello di efficienza (verificato dal Department of Energy’s National Renewable Energy Laboratory di Golden, in Colorado), la Spectrolab si è aggiudicata un record mai visto prima. La società, inoltre, ha deciso di mantenere il massimo riserbo sui questa nuova tecnologia di celle solari, per rispettare gli accordi presi con l’unità Defense, Space & Security di Boeing, per cui collabora ormai da molti anni.
La Spectrolab, infatti, ha più volte partecipato alla realizzazione di moduli e sensori per l’industria aereospaziale, dando un importante contributo ad ambiziosi progetti finalizzati all’esplorazione dello spazio.
A tal proposito, bisogna ricordare che le celle a multigiunzione, per le loro caratteristiche, trovano largo impiego nel settore aereospaziale. Però, stando alle stime divulgate da Troy Dawson, presidente di Spectrolab, tale tecnologia potrà be presto tornare utile non solo in questo ambito, ma anche in applicazioni e sperimentazioni rivolte al settore “terrestre” delle rinnovabili.