Secondo quanto stimato dall’Autorità per l’energia elettrica ed il gas in occasione di un’audizione alla Commissione Ambiente alla Camera i costi di incentivazione per la crescita e lo sviluppo delle fonti rinnovabili costeranno circa 100 miliardi di euro tra il 2010 ed il 2020 con una ricaduta sulle bollette nel solo 2020 che oscilla tra i 10 e i 12 miliardi di euro.
Questo perchè secondo il Piano di Azione Nazionale del Governo, i consumi di energia nel 2020 saranno pari a 374 TWh, mentre il costo dell’incentivazione diventerebbe di 2,7 centesimi per kWh nell’ipotesi più rosea con un incremento del 17% rispetto a quello attuale sulle imposte. A tal proposito l’Autorità per l’energia elettrica ed il gas ha sostenuto i piani di incentivazione, purchè però siano mirati ad una distribuzione del tempo strettamente connessa alla crescita industriale e all’innovazione tecnologica.
Il presidente della Aeeg, Guido Bortoni, ha infatti affermato che le continue modifiche ai meccanismi degli incentivi non fanno altro che mandare al collasso un sistema che avrebbe bisogno solo di una normativa che desse maggiore stabilità. Secondo Aeeg infatti un modello di incentivi ottimale sarebbe quello che si basa su degli obiettivi temporali e quantitativi che vengano fissati in accordo tra Governo e Parlamento, lasciando comunque una certa autonomia all’Autorità che avrebbe il compito di scegliere le modalità necessarie al conseguimento di questi obiettivi attraverso la minore spesa possibile.
Le modalità attraverso le quali bisognerà putnare fin da subito sono quindi il rafforzamento dell’efficienza energetica, oltre che garantire una serie di normative per regolarizzare le difficoltose procedure di autorizzazione di connessione alla rete in modo da rendere più accessibili i servizi e di avvicinare l’Autorità al cittadino, essendo la rete ricca di criticità, che solo in questo modo potrebbero esser sormontate.