Uno dei progetti proposti dal Gestore dei Servizi Energetici che desta più curiosità, nell’ambito del piano sulle rinnovabili relativo ai prossimi anni è certamente il fatto di voler rendere le fonti rinnovabili “etiche“. Per farlo si tenterà di introdurle all’interno di carceri e comunità per diffondere la cultura del vivere rinnovabile.
Volendo puntualizzare sul termine, l’idea proposta dal GSE non sarebbe innovativa, in quanto l’energia dalla quale le fonti rinnovabili vengono prodotte è reperibile per tutti partendo al sole e passando per il vento. Il concetto di eticizzazione delle fonti rinnovabili invece, nell’idea del GSE, è quella di raggiungere con le fonti rinnovabili i punti più delicati del tessuto sociale come le carceri e le comunità. Grazie a questa soluzione coloro i quali si trovano in carceri o comunità potranno costruire e installare i vari impianti a fonti rinnovabili, realizzando qualcosa di concreto e allo stesso tempo avvicinandosi alle fonti rinnovabili e al modo di vivere green, producendo in questo modo energia che può alimentare le stesse carceri o comunità.
L’iniziativa è stata già appoggiata da diversi istituti a partire da quello penale per minorenni di Nisida, l’Associazione Grupo di Betania di Milano, il gruppo Abele di Torino, l’Istituto Giannina Gaslini, la Comunità di San Patrignano di Coriano ed è stato chiamato Energia per il sociale. Il progetto non si limita solo alla realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici o eolici ma anche ad un miglioramento dell’efficienza energetica dei vari edifici. Grazie a questo progetto sarà possibile non solo sensibilizzare verso queste problematiche più ampie ma si potrà inoltre produrre energia elettrica per un totale di 41 mila MW di potenza.
A testimonianza delle intenzioni con le quali il progetto è partito, è intervenuto il presidente del GSE, Emilio Cremona, che ha affermato: “Ci siamo preoccupati di creare sinergia e condivisione innescando progetti trasversali. Verrà realizzato un ombrellone fotovoltaico con componenti realizzati dai ragazzi di San Patrignano e nasceranno un parco giochi e una fontana solare per il Gaslini realizzati dal gruppo Abele e dai ragazzi del carcere minorile di Nisida”.
Altra testimonianza estremamente favorevole al progetto è arrivata anche dal fondatore del Gruppo Abele che ci ha tenuto a sottolineare anche l’aspetto economico del progetto: “La questione è certamente economica perché in Italia il settore delle rinnovabili contribuisce per almeno l’1% al Pil e dà lavoro a più di 100 mila persone. Ma è anche una questione culturale e ambientale. Investire sulle energie rinnovabili significa investire sul futuro, sulla salute, su stili di vita più rispettosi dell’ambiente. Lo hanno capito in molti: il 95% dei Comuni produce energia da fonti rinnovabili. Ora c’è bisogno di un piano di sviluppo di lungo periodo”.