Un recente articolo apparso su Bloomberg recita: “il Sahara garantisce un irraggiamento pressoché doppio rispetto a quello riscontrabile in Europa, quindi se l’Unione Europea vuole davvero raggiungere il 20% di energia elettrica prodotta direttamente da fonti rinnovabili entro dieci anni, allora perché non costruire impianti fotovoltaici direttamente in una delle zone più adatte a tale compito, trasportando poi l’elettricità attraverso linee correnti posizionate al di sotto del Mar Mediterraneo?”.
Una soluzione che potrebbe essere molto più semplice del previsto, perché il Nord Africa si sa, potrebbe rappresentare una vera e proprie fonte inesauribile per gli impianti che, in questo modo, potrebbero garantire energia al continente Europeo e ai territori ospitanti.
C’è da dire che effettivamente è oramai già da qualche anno che le compagnie europee hanno cominciato a strizzare l’occhio sull’immenso potenziale rappresentato dal grande deserto africano, tanto che numerose sono state le imprese che hanno partecipato attivamente alla Desertec Industrial Initiative, ovvero il programma di investimenti per oltre 560 miliardi di dollari intenzionato a sviluppare impianti di energia solare e di energia eolica nel Nord Africa per un periodo che ricopra i prossimi 40 anni.
Un’iniziativa questa che sta impegnando numerosi professionisti atti a valutare la possibile fattività, in modo da gettare le basi per poter dar vita al primo impianto fotovoltaico sahariano già a partire dal prossimo 2013.
Il lavoro non è di certo semplicissimo in quanto di là delle unità localizzate nel deserto occorrerà predisporre una serie di cavi necessari al trasporto dell’energia elettrica dalla sede di produzione fino al nostro Continente.
Insomma sembra proprio che la nuova storia del solare e del fotovoltaico sarà scritta direttamente dall’Africa.