Il ricorso all’energia solare e a quella eolica è davvero illusorio? Nonostante i limiti tecnici che queste tecnologie presentano ancora, l’energia solare può essere largamente sfruttata sul territorio italiano, essendo uniformemente distribuita e variando generalmente solo in funzione della latitudine del sito.
Per la tecnica attuale sembra non valga la pena di parlare di energia eolica, perché in Italia non c’è vento sufficiente per intensità e persistenza, per far funzionare in modo efficiente e conveniente gli aerogeneratori. Chiunque può consultare on-line l’Atlante Eolico dell’Italia per rendersi conto dell’estrema variabilità della producibilità specifica (espressa in Mwh/MW) e che solo alcune zone limitate di territorio nell’Italia Meridionale presentano valori appena interessanti >3000 MWh/MW per produrre energia a costi ragionevoli.
L’introduzione dei “Certificati Verdi” ha fatto sì che risultasse conveniente installare gli aerogeneratori anche con valori di producibilità ancor più bassi ed irrisori, simili a quelli del fotovoltaico. Che senso ha installare un impianto, quando è dimostrabile che il suo beneficio è inferiore ai costi che genera? Se poi si considera l’elevato impatto sull’ambiente caratteristico di queste installazioni, in un paese ricco di bellezze naturali e paesaggistiche come l’Italia, va da sé che occorrerebbe porre al più presto un freno allo sviluppo indiscriminato dei parchi eolici, limitandone l’impiego alle sole zone realmente promettenti e se l’impatto ambientale risulti veramente conveniente. Probabilmente, se si decidesse di visitare, una dopo l’altra, le numerose installazioni di aerogeneratori sparpagliati per il nostro paese, si riscontrerebbe che la maggior parte delle macchine sono ferme per mancanza di vento.
Restiamo quindi sul fotovoltaico. A questo punto, ben venga uno sfruttamento, anche intensivo, di questa risorsa, purché non lo si consideri una importante, o peggio fondamentale, come risorsa energetica per il futuro del paese. Questa tecnologia presenta una producibilità specifica che, in Italia, può variare al massimo da 1200 a 1400 M Wh/MWp ed una produzione limitata alle ore diurne. Già con questi dati si può dedurre che, per ipotesi, si installassero tanti impianti fotovoltaici, da ottenere una potenza nominale totale di picco uguale a quella di tutte le centrali in esercizio in Italia, si arriverebbe a produrre meno del 20 % dell’energia normalmente prodotta dagli impianti convenzionali.
Come si può pertanto ipotizzare di coprire con fonti rinnovabili fino all’80 % dei fabbisogni elettrici futuri?
Continuare a sostenere che basterebbe il fotovoltaico a dissetare il bulimico bisogno di enegia della notra società, corrisponde ad illudere l’opinione pubblica con informazioni che non sono reali. Probabilmente chi continua ad affermare che le fonti rinnovabili potranno da sole sostituire gli impianti convenzionali, spesso parla senza una vera cognizione di causa e senza le più elementari informazioni in materia. Oppure, utopisticamente, spera.
Perché nessuno dice che gli impianti autoproduttori, siano essi fotovoltaici, eolici, idroelettrici o quant’altro, possono funzionare solo se connessi ad una rete di distribuzione alimentata da centrali di potenza? Se si dovessero verificare dei black-out sulle reti di distribuzione (cosa peraltro già successa anche da noi in Italia), non potremmo contare sul supporto di nessun impianto di autoproduzione, in quanto le protezioni elettriche di collegamento ne provocherebbero l’immediato distacco dalla rete. Tutti gli impianti di autoproduzione in bassa tensione e media tensione (con potenze fino a qualche decina di MW) non sono infatti in grado di alimentare la rete di distribuzione, garantendo le necessarie regolazioni di potenza e di frequenza che la rete richiede. Paradossalmente, è proprio la garanzia della disponibilità di energia da tutte le possibili fonti convenzionali, che può consentire uno sfruttamento parallelo delle fonti rinnovabili ed ottenere, future, anche se pur limitate, produzioni di energia pulita.
Un futuro basato principalmente sulla produzione di energia da fonti rinnovabili non può esistere, neppure facendo ogni sforzo tecnicamente possibile per massimizzare il risparmio energetico.