Sarà la società Ase quella che si occuperà della costruzione di una nuovissima centrale solare termodinamica in India, il tutto basato su una tecnologia completamente innovativa inventata da Carlo Rubbia e sperimentata in un impianto siciliano che funziona ormai da un anno.
Questo nuovo progetto che entra a far parte del programma già avviato “Solar Mission” è un punto importante per l’India che come visto si sta interessando sempre di più alla produzione di energia pulita. Il nuovo impianto sarà costruito nel deserto del Rajasthan e sarà finanziato da un consorzio di cui fa parte l’azienda Massa Martana, gruppo Angelantoni Spa.
Quanto a produttività la centrale, che sarà chiamata Rajasthan Solar One, che costerà circa 60 milioni di dollari, produrrà circa 10 MW, il che consentirebbe di soddisfare il bisogno di addirittura 3000 abitazioni. Grazie a questo nuovo sistema l’impianto potrà catturare l’energia solare e conservarla anche per lungo tempo consentendone quindi la generazione di energia elettrica anche in fase notturna e non solo diurna e quindi anche in momenti di cielo scoperto.
Il progetto di diffondere questo tipo di impianti a concentrazione ha già trovato estimatori in Europa con la costruzione di impianti in Spagna e anche oltreoceano, in particolare negli Stati Uniti. Tra quegli impianti e questi progettati da Rubbia sussiste però una fondamentale differenza poichè mentre negli altri impianti lungo il tubo che ha la funzione di ricevere e concentrare tutta l’energia scorre dell’olio sintentico, nel nuovo Solar One vengono utilizzati dei sali fusi che raggiungendo temperature molto più elevate 550 gradi contro i 400 dell’olio, rendono il ciclo di funzionamento dell’impianto praticamente continuo potendolo sfruttare quindi anche in qualsiasi momento della notte.