Nucleare: continua la battaglia dei territori Pugliesi!

La Puglia di mettersi in casa centrali e impianti nucleari proprio non ne ha voglia, (e  come darle torto d’altronde),  ed ecco che alza nuovamente le barricate rivendicando il proprio diritto alla salute.

Si impugnano nuovamente le carte e si procede verso un secondo ricorso alla Corte Costituzionale al fine di  mettere sotto accusa il decreto legislativo 31/2010 che andava a disciplinare la localizzazione con conseguente realizzazione ed esercizio di impianti  volti a produrre energia nucleare sui territori italiani.

Gli esponenti politici pugliesi lo definiscono un provvedimento quanto mai necessario per difendere attivamente il territorio dalle continue minacce relative ad un’eventuale (che poi tanto eventuale non è) imposizione del nucleare in Italia.

Si ribellano le istituzioni e i cittadini pugliesi,  insomma,  che negli ultimi anni hanno cercato di investire nella produzione di energie rinnovabili e che invece rischiano,  ad oggi,  di ritrovarsi coinvolte nell’ implementazione di nuovi e indesiderati impianti nucleari.

Ricordiamo che l’ ostracismo da parte della regione dura dal maggio scorso,  data in cui il governatore Nichi Vendola auspicò la “ribellione popolare”,  premendo e sensibilizzando i cittadini verso un “no al nucleare” secco ,  deciso e soprattutto non negoziabile.

Il Governo continua a difendersi affermando che non vi sarà alcuna imposizione di tale scelta a nessuna delle ragioni italiane,  nonostante tale promessa sembra non essere stata poi mantenuta una volta raggiunto il momento decisivo,  tanto che a febbraio scorso il Governo stesso ha deciso di impugnare la famosa legge regionale che escludeva la localizzazione del nucleare sui territori pugliesi.

Insomma sembra che la questione del nucleare sia destinata a durare ancora a lungo, dato che il braccio di ferro tra Governo e cittadinanza non sembra determinare ancora nessun vincitore.

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