A quanto pare, in Italia, il dibattito sulle energie sembra essere destinato a non placarsi, o almeno non per ora! Difatti proprio negli ultimi giorni si è lungamente trattato un argomento spinoso riguardante l’appropriatezza relativa agli standard quali-quantitativi degli incentivi sul fotovoltaico.
Un dibattito, questo, che ha coinvolto la stragrande maggioranza degli operatori energetici presenti in Italia, sia privati che pubblici, impegnati nel settore! Il fulcro del discorso, fondamentalmente lo stesso di sempre “Quanto costerebbe ai contribuenti un’eventuale investimento nel fotovoltaico?”
Una domanda che ha avuto numerose risposte, sia positive che negative, ma a quanto pare a dare un taglio alla questione i risultati di una ricerca riportata dal quotidiano Metro, condotta da Asso Energie Future e Greid Parity Project.
Secondo i dati emersi, infatti, il costo degli incentivi per il fotovoltaico per ogni famiglia sarebbe di 1 euro e 70 centesimi circa in più sulle bollette degli italiani. Una cifra abbastanza irrisoria se si pensa ai benefici che questa tecnologia potrebbe apportare al nostro ambiente circostante, sempre più inquinato dall’utilizzo sfrenato di petrolio e combustibili.
Al di la di eventuali benefici economici, quindi, bisognerebbe riflettere sui riscontri ambientali ottenibili, ma non solo, in quanto la ricerca pare aver palesato che in caso di una spinta massiccia nella direzione del Fotovoltaico, a guadagnarci sarebbe l’intera popolazione anche da un punto di vista lavorativo, in quanto questo avrebbe dei riflessi più che significativi sul fronte del mondo del lavoro.
Difatti secondo l’indagine, sarebbero circa 220 mila in meno di 10 anni i posti di lavoro guadagnati dallo sfruttamento intensivo dell’energia fotovoltaica, senza contare altresì il sicuro raggiungimento degli standard energetici sanciti per il 2020.
Il fotovoltaico costa meno di quanto stiamo ancora pagando in bolletta per smaltire il nucleare.
Semmai il problema sarebbe un altro: che gran parte degli incentivi stanno finendo in mano ai grossi investitori (per lo più esteri) anzichè ai possessori dei piccoli impianti domestici.
Bell’articolo, complimenti.