I tornado vengono, solitamente, considerati come forze negative. Arrivano, distruggono, magari lasciandoti nella speranza che il peggio sia passato (Cosa che accade specialmente quando uno si viene a trovare nell’ occhio del ciclone). Ma se si potesse ottenere energia sfruttando l’immensa forza distrutrice di un tornado?
Ci ha pensato un ingegnere canadese, che crede addirittura che sfruttando l’energia di un tornado si potrebbe dare energia ad una intera città. Louis Michaud (Questo è il nome dell’ ingegnere) ha progettato una immensa camera “Tornadaria”, da lui chiamata AVE (Artificial Vortex Engine). Le dimensioni di questa camera sarebbero di 150×100 metri. Secondo i suoi calcoli pompando nella stanza aria calda e umida in modo controllato, si potrebbe creare un tornado artificiale. La rotazione del tornado farebbe girare delle turbine eoliche poste in posizioni strategiche della stanza, creando così abbastanza energia da mandare avanti una piccola città.
Ma il piano dell’ingegnere va oltre. Propone che, per ottenere l’aria calda e umida necessaria per avviare il tornado, si potrebbe usare il calore residuo delle centrali a gas/carbone/petrolio, che di solito sprecano circa metà del calore prodotto (Magari arrostendo gli ignari uccelli che decidono di svolazzare sopra le ciminiere).
Che dire? Quando sarà il momento della ferrovia, ci sarà la ferrovia. Quando sarà il momento degli aereoplani, ci saranno gli aereoplani. E quando sarà il momento degli Zillabang ci saranno gli Zillabang. Cosa sono gli Zillabang? Non lo so, non è ancora arrivato il loro momento.
Magari questo strano modo di produrre elettricità sarà la fonte primaria di energia tra cinquant’anni, o forse no. Ma è comunque un idea. E con l’arrivo del picco della produzione del petrolio ogni idea potrebbe rivelarsi quella decisiva.