Avete presente la classica lucina rossa di tanti nostri elettrodomestici? Bene, quella è la lucina dello standby. Rappresenta la modalità d’attesa (o semplicemente attesa), il nostro elettrodomestico è in una ondizione in cui il dispositivo elettrico/elettronico non opera, ma sono pronti per la commutazione da stato di non funzionamento o più precisamente d’inutilizzo per passare alla modalità operativa.
Questa modalità è caratterizzata dal mantenimento in funzione dei circuiti che rimangono attivi per ricevere l’avvio dell’apparecchio tramite i comandi (per esempio da telecomando) insieme ai circuiti che servono per l’alimentazione e trasformano la corrente alternata in corrente continua per farli funzionare. Questo sistema viene generalmente evidenziato tramite diodo luminoso. In questa situazione l’apparecchio consuma ugualmente energia, minore rispetto a quanto è totalmente operativo, ma che per alcuni dispositivi il consumo rimane comunque elevato (intorno al 50% rispetto al dispositivo in utilizzo), ovviamente l’assorbimento non è dato dal led, ma dai vari circuiti che rimangono alimentati.
Da quanto raccontato deriva che la maggior parte degli apparecchi elettrici consumano corrente elettrica anche quando sono semplicemente pronti all’uso, o addirittura spenti. Standby dunque non significa spento! La maggior parte del tempo lo standby è uno spreco energetico inutile di un apparecchio pronto all’uso, in attesa e/o spento. Negli apparecchi portatili (ad esempio telefonino, computer portatile), standby definisce anche la durata d’utilizzo ad accumulatore carico.
Una valutazione, in un’economia domestica tipo, sul consumo causato da apparecchi in standby calcola che mediamente circa il 10% del consumo elettrico complessivo sia imputabile allo standby degli apparecchi domestici. Pensiamo solo a quanto riusciamo a consumare per non far fare nulla agli eletrtodomestici casalinghi, si sprecano oltre due miliardi di kilowattore all’anno, pari quasi al consumo elettrico di una regione media.
Ma a cosa serve lo standby e quanti tipi ne esistono? In primo piano vi sono le eventuali funzioni dell’indicazione dello stato dell’apparecchio e dell’ora, nonché la disponibilità alla ricezione di un segnale (pensiamo ad esempio a lfax, ai vari telecomendi – videoregistratore, DVD, TV,… – , alle reti di cominicazione, ecc.). Queste funzioni sarebbero però tecnicamente ottenibili con un consumo energetico molto inferiore a quello oggi usuale. In alcuni apparecchi e installazioni gioca un ruolo importante anche l’immediata disponibilità alla produzione, come ad esempio nelle macchine per il caffé o fotocopiatrici. In realtà si tratta in questi casi, di quello che in gergo viene definito funzionamento ‘a vuoto’, e non di standby in senso stretto. Durante questi stati ‘a vuoto’ gli apparecchi consumano spesso molta corrente.
Nonostante lo standby sia solo una funzione secondaria degli apparecchi, essi si trovano in questa modalità per la maggior parte del tempo (pensate di notte mentre dormiamo quanti apparecchi in giro per casa attendono che li utilizziamo!). Ciò causa in genere un consumo molto maggiore di quello delle funzioni effettive quali stampare, copiare, faxare, ecc. Sulle documentazioni degli apparecchi e nelle loro descrizioni, lo standby è spesso definito in vari modi, ad esempio, standby, sleep, eco-modus, modalità eco, risparmio energetico, ecc.
Che possiamo fare? Semplice limitare l’uso dello standby. Una nuova direttiva è entrata in vigore e siamo in regime di transitorio. La direttiva ERP vuole limitare i consumi anche degli stati quiescenti dei nostri eletrodomenstici.
– attenzione al consumo in standby
– acquisto di elettrodomestici con basso consumo anche in standby
– Usare dispositivi di spegnimento che staccano completamente dalla corrente tutti gli apparecchi allacciati. Attenzione: i telecomandi non spengono completamente televisori, stereo, ecc., ma li mettono semplicemente in standby.
– Gli apparecchi non allacciati a una presa multipla vanno spenti con l’interruttore principale, oppure staccando la spina dalla presa di corrente.
– Dopo aver caricato gli apparecchi portatili (cellulari, IPOD, lettori mp3, palmari, discman, fotocamere digitali, aspirapolvere manuale, spazzolini elettrici, rasoi, ricetrasmittenti per bebé, caricatori per batterie, …) staccate gli alimentatori dalla presa di corrente, perché se rimangono attaccati continuano a consumare! La regola pratica è che quanto più è pesante alimentatore, più grande è il suo consumo elettrico.
– Inserite le funzioni risparmio energetico, se l’eletrodomestico le prevede (per esempio nei PC…)