Il nucleare in Italia sembra essere oramai piuttosto che un fatto concreto quasi una sorta di idea ancora fortemente indeterminata e quasi, a dir poco, vacillante.
Da poco il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, tornata i Italia dopo il viaggio negli Stati Uniti per una tre giorni dedicata ad alcuni dei più scottanti temi riguardanti l’energia nucleare ovvero l’aspetto sempre troppo sottovalutato, a nostro avviso, della sicurezza e dei pericoli dettati dalle centrali.
Nelle scorse giornate il ministro ha partecipato a numerosi incontri e tavoli di lavoro a Washington, città d’onore che ha ospitato la prima sessione ministeriale di lavoro sull’energia nell’ambito del Mef (Major Economies Forum).
Ricordiamo che tale riunione ministeriale mirava, e mira tutt’ora, allo sviluppo di una rete di piattaforme di cooperazione tecnologica tra le più forti e potenti economie del mondo, al fine di creare una salda alleanza di natura economica e tecnologica, proprio come annunciato e dichiarato del segretario Usa per l’Energia, Steven Chu.
Ma a quanto pare il vero punto nevralgico della conferenza è stato il lancio di collaborazioni internazionali sulle nuove tecnologie che, come sappiamo, dovrebbero essere destinate ad aumentare l’efficienza energetica valorizzando altresì il ruolo potenziale dell’energia solare, eolica, geotermica e di tutte le altre fonti rinnovabili al fine di ridurre in maniera significativa e massiccia che l’inquinamento scaturenti dalle fonti fossili come il petrolio.
Una conferenza che avrebbe dovuto chiarire le idee al nostro Governo che sembra ancora non essere pienamente consapevole di alcune scelte economiche e sociali di strategica rilevanza, come l’utilizzo di fonti di energia alternativa che potrebbero rivelarsi, in realtà, di grande impatto per tutta la popolazione.