Inizia così il decalogo WWF per distinguere l’architettura davvero sostenibile da quella che si attribuisce il titolo per moda o interessi di mercato, ma che spesso di verde ha soltanto la facciata.
Ma un edificio ecologico deve essere anche efficiente dal punto di vista energetico, pensato specificamente per il luogo in cui sorge, costruito con materiali appropriati e finalizzato al benessere della comunità.
Non lascia spazio all’approssimazione il decalogo che il WWF presenta oggi in occasione della giornata “Costruire per il clima”, organizzata dall’Associazione insieme alle Edizioni Ambiente con il patrocinio della Provincia di Roma, come tappa di avvicinamento alla fatidica Conferenza sul Clima di Copenhagen di dicembre, in cui il mondo dovrà decidere come affrontare la grande sfida del cambiamento climatico.
Sì perché la realizzazione di edifici ad elevata qualità ambientale – quindi a basso impatto e con consumi energetici ridotti al minimo – è uno strumento fondamentale per ridurre le emissioni di CO2, tra i principali responsabili del riscaldamento globale.
Come?
Innanzitutto cambiando le esigenze a monte, tramite una riduzione della domanda di costruito e un aumento della sua qualità ambientale.
E poi tramite la diffusione di pratiche, materiali e tecnologie appropriate, gestibili direttamente dalle comunità locali.
Ecco quindi i dieci requisiti che un edificio davvero ecologico deve avere, per non confondersi con la schiera di progetti ‘verdi’, ‘ecologici’, ‘sostenibili’ più o meno sinceri, di cui l’architettura moderna spesso si fregia.
Il Decalogo WWF dell’edificio ecologico
1) la sua costruzione sia indispensabile,
2) sia adeguatamente localizzato,
3) sia specifico per una località,
4) recuperi o riqualifichi l’esistente,
5) riduca al minimo le dimensioni,
6) usi materiali a basso impiego di energia, salubri e a basso impatto,
7) riduca il bisogno di energia,
8) dia un ruolo attivo nella progettazione agli abitanti,
9) esprima la capacità sociale del costruire,
10) sia finalizzato al benessere della comunità
Dalla teoria alla pratica, il Convegno di oggi – introdotto dal presidente onorario del WWF Italia e architetto Fulco Pratesi e dalla presidente del WWF Lazio Vanessa Ranieri – ha passato in rassegna progetti ed elementi di edilizia sostenibile molto concreti:
- lo studio di materiali e tecniche per l’isolamento termico degli edifici e l’efficienza energetica (arch. Paolo Rava, Università di Ferrara);
- un progetto di architettura “dell’essenziale” in un’area povera dell’Africa, realizzata con risorse e materiali locali e dalla forte valenza sociale (arch. Emilio Caravatti);
- la realizzazione di un quartiere residenziale a Pieve di Cento, in provincia di Bologna, basata su una stretta relazione tra natura e costruito, e un confronto serrato tra bioclimatica, scelte tecnologiche e tradizioni locali (arch. Angelo Mingozzi, Università di Bologna).
“L’architettura sostenibile è uno degli strumenti più concreti e immediati di cui disponiamo per diminuire l’impatto delle nostre società sul pianeta e affrontare la sfida dei cambiamenti climatici già in atto
ha dichiarato Fulco Pratesi, presidente onorario del WWF Italia e architetto lui stesso
In questo anno cruciale per il clima e il territorio, con la Conferenza di Copenhagen da un lato e una foga costruttiva sempre crescente dall’altro, è fondamentale che la reale sostenibilità diventi un parametro di prassi in ogni aspetto dell’architettura, dalla riqualificazione dell’esistente alla realizzazione di nuove opere.”
Fonte: 100ambiente.it