Risale a ieri, 5 maggio 2010, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo decreto interministeriale che determina quali sono le condizioni e le modalità per definire e ricercare le biomasse che saranno utilizzate per la produzione di energia elettrica e per ottenere il coefficiente di moltiplicazione dei certificati verdi.
Un decreto che finalmente trova attuazione, dopo un percorso legislativo tutt’altro che semplice, iniziato nel 2007.
Il decreto stabilisce che all’energia elettrica ottenuta tramite gli impianti alimentati a biomasse, che superano una potenza pari a 1 MW, viene assegnato un coefficiente di moltipilcazione pari a 1,8. La condizione per riuscire ad ottenere il certificato è la seguente: le biomasse devono essere tratte da filiera corta, oppure possono arrivare da accordi di filiera o contratti quadro.
Per biomassa da filiera corta, il decreto specifica, che si vuole intendere quella parte biodegradabile di prodotti, rifiuti e scarti derivanti dall’agricoltura, che contengono sostanze vegetali e animali, nonché dalla silvicoltura e dalle relative industrie, che vengono prodotti entro un raggio di 70 chilometri di distanza dalla struttura che andrà a convertire le biomasse in energia elettrica.