La fase per il riavvio dei reattori nucleari in Giappone, prima fermati per le ispezioni ordinarie, e poi bloccati a causa della crisi della centrale di Fukushima, è piu’ vicina: la Nuclear Safety Commission (Nsc), che la commissione indipendente per la sicurezza nucleare, ha dato il via libera ai risultati degli stress test delle unità 3 e 4 della centrale di Oi, prefettura di Fukui, gestite dalla Kansai Electric Power.
”La prima fase delle prove ha permesso di verificare che le misure di emergenza adottate dovrebbero contribuire a prevenire incidenti che possono derivare da disastri naturali”, ha scritto la Nsc in una nota. Un passo importante, visto che è il primo del suo genere dopo Fukushima, ma che è stato contestato dagli attivisti anti-nucleari che, nel corso della riunione a porte aperte, hanno chiesto ai commissari di bocciare i test in quanto non tengono pienamente conto dei problemi reali della sicurezza.
Con gli ultimi due reattori su 54 in funzione e destinati a essere fermati al più tardi agli inizi di maggio, governo e Bank of Japan (BoJ) hanno espresso a vario titolo i timori sul fatto che la mancanza di energia nucleare, in passato fonte del 30% produzione elettrica del Giappone, danneggerebbe il settore industriale, incoraggiando le imprese alla delocalizzazione.
L’Authority principale del governo, l‘Agenzia per la sicurezza nucleare (Nisa), ha approvato l’8 febbraio i risultati dei test ai reattori di Oi e, dopo l’ok della Nsc, la palla passa all’esecutivo del premier Yoshihiko Noda, che ha già anticipato nei giorni scorsi la volontà di chiedere l’approvazione al riavvio da parte delle comunità locali solo dopo un esame approfondito fatto insieme ai ministri competenti del suo gabinetto.