Il fisico Richard Muller dell’Università di Berkeley ed gli altri scienziati stavano studiando il cosiddetto effetto isola di calore urbana. Questo effetto nasce dall’idea che le temperature registrate nelle stazioni urbane a causa della temperatura risultano essere maggiori di quanto lo siano quelle registrate dalle stazioni rurali.
La temperatura media globale nelle stazioni urbane risulta essere distorto verso l’alto, perché questi siti tendono a trattenere più calore. Quindi, ritenevano che tutto l’allarmismo sulle tendenze del riscaldamento globale fossero esagerate.
Utilizzando i dati di tali isole di calore urbano di grandi centri urbani si potrebbe introdurre l’ipotesi di “una grande distorsione del riscaldamento globale in media utilizzando le stazioni urbane”. In effetti, il trend dei dati sembrerebbe essere stato “di segno opposto rispetto a quello atteso, aggiungendo l’effetto isola di calore urbana al record del riscaldamento anomalo. Le dimensioni ridotte e il segno negativo rispetto alle attese degli scienziati sembrerebbe indicare che il riscaldamento globale non è imputabile alla teoria delle isole di calore urbano. La conclusione chiave di questi gruppi di dati rilevati, è che il riscaldamento urbano non rappresenta un bias cui attribuire la stima dei recenti cambiamenti della temperatura globale“.
I ricercatori hanno concluso che “le analisi dei trend di dati rilevati hanno rivelato inoltre che il contributo spurio del riscaldamento urbano alla media globale, quando sia presente, non riesce a contribuire con un effetto sufficientemente forte. Questo concorda con le conclusioni che da tempo in letteratura vengono sempre citate”.
Nella letteratura vengono citate spesso le conclusioni degli studi base che sostengono che sulla Terra la temperatura globale si stia lentamente alzando, e questo riscaldamento avviene in modo innaturale da quando è cominciato il periodo di industrializzazione umana.