Crescono le ecomafie, in tutta Italia senza distinzioni, è questo il bilancio di Legambiente evidenziato nel rapporto Ecomafia 2011. Secondo questi dati infatti nel 2010 sono addirittura 30 mila gli illeciti ambientali dello scorso anno, vale a dire 3.5 illeciti all’ora che hanno fruttato, sempre secondo le stime, 19.3 miliardi di euro.
La crescita dei proventi dovuti agli illeciti è cresciuta nel 2010 rispetto all’anno precedente di quasi otto punti percentuali, il che mostra come il fenomeno sia in netta crescita se si pensa anche ai 20 clan in più che si sono immessi nel settore. I quantitativi sequestrati dalle autorità sono impressionanti, si tratta di 1117 chilometri di rifiuti per un totale di 2 milioni di tonnellate di rifiuti trafficati illecitamente. Gli illeciti però non risiedono solo nel settore dei rifiuti ma anche in quello dell’edilizia abusiva che ha visto la nascita di 26.500 nuovi immobili che corrispondono praticamente alla nascita di una nuova cittadina interamente abusiva.
Secondo quanto emerso dal rapporto in cima a questi illeciti in Italia risulta essre la Campania con il 12,5 % dei casi nazionali, al seguito la Calabria, la Sicilia e la Puglia che accorpati forniscono quasi la metà di tutti i reati di ecomafia. La maggior parte dei reati è legato al percorso compiuto dai rifiuti anche se non mancano altri campi di “impiego” come gli incendi dolosi, ed i reati contro la fauna.
Tutto questo senza contare quello che accade nella filiera agroalimentare, rispetto alla quale il Corpo Forestale dello Stato e quello dei Carabinieri hanno rilevato 4520 infrazioni che hanno portato a sequesti ingenti fino a raggiungere la cifra di 756 milioni di euro. La supremazia di questo settore delle ecomafie spetta alla carne che e alla ristorazione che hanno portato al sequestro di numerose strutture con relative scorte. Ciò dimostra come le ecomafie siano in crescita ed in espansione settoriale per riuscire ad abbracciare sempre più ogni aspetto della vita quotidiana che possa intaccare l’ambiente.