Nel mondo dominato dall’elettronica e dall’incombenza frequente dell’emergenza rifiuti risulta rilevante un problema che non molto spesso viene affrontato ma che passa di secondo piano, ovvero la destinazione dei rifiuti elettronici ormai inutilizzati e dismessi. Una spinta innovativa viene però da Toronto con un impianto di riciclaggio creato apposta per i rifiuti elettronici.
Si tratta di un impianto che ha da poco aperto i battenti a Mississauga, un paese prossimo a Toronto, e chiamato Sims Recycling Solutions, che promette di rivoluzionare il sistema di riciclaggio dei rifiuti elettronici. In questi nuovi impianti è infatti stato infatti realizzato un sistema di frantumazione degli apparecchi elettronici, il tutto tramite un metal detector e un sensore ottico che consentono una prima differenziazione del rifiuto elettronico in e-waste e la restante parte. La materia che poi si ottiene può essere tranquillamente rivenduta alle industrie che operano nel settore elettronico.
Secondo quanto è stato stimato la società avrebbe la possibilità di frammentare e quindi riciclare e rivendere ben 75.000 tonnellate di rifiuti elettronici all’anno. La vendita, che va dalla materia prima ad addirittura la polvere di macinazione, consente quindi in qualche modo di riutilizzare fornendo nuova materia prima tutti quegli apparecchi che restano chiusi in cantine e ripostigli ormai inutilizzati.
Tutti quei materiali invece, che possono essere tossici come ad esempio le lampade fluorescenti e fosforescenti vengono separate precedentemente al processo di triturazione che diventerebbe in tal caso controproducente. Il problema che si è però riscontrato in questo tipo di impianti è l’elevato costo che comportano; a tal proposito viene data grande importanza alla riparabilità dei prodotti che giungono agli impianti in modo da poter eliminare in partenza una parte dei prodotti che arrivano che possono essere “riattivati” attraverso una separazione dei componenti per il riciclaggio consentendo non solo un risparmio sui costi effettivi dell’impianto ma anche un risparmio sull’effettivo quantitativo di rifiuti elettronici.