A quanto pare salgono nuovamente i parametri di inquinamento che, come è facile immaginare, mettono in serio pericolo lo stato di salute di noi essere umani e di tutti gli altri organismi animali e vegetali.
Nonostante negli ultimi anni si era gridato ad un abbassamento dell’inquinamento atmosferico, si assiste comunque ad uno sfruttamento selvaggio delle fonti naturali che, inevitabilmente, indebolisce l’ecosistema.
L’ultima notizia inerente alla questione giunge direttamente dal City College di New York, che sembra aver lanciato un vero e proprio allarme rispetto alla questione della sostenibilità ambientale.
Ovviamente come è facile immaginare ad essere i soliti cattivi protagonisti noi esseri umani che, di continuo, danneggiamo l’ambiente a favore di un capitalismo e di un consumismo a dir poco sfrenato.
In questo peculiare caso, ad esser state messe sotto accusa le tecniche di coltivazione intensiva che stanno pian piano inquinando i fiumi con serie conseguenze per flora e fauna.
I fiumi più a rischio sono quelli dell’Europa e degli Stati Uniti, ma una situazione preoccupante è stata ravvisata anche per i fiumi dell’Asia, dell’India, della Cina orientale e del Medio Oriente, desta invece meno allarme lo stato di salute dei corsi d’acqua che scorrono nelle zone artiche e tropicali, probabilmente proprio perché scarsamente abitate.
Pare che i fattori più pericolosi per la tutela delle acque dolci sono stati categorizzati dai ricercatori mettendo in primo piano loro sfruttamento per l’irrigazione agricola, la realizzazione di dighe e la produzione di energia idroelettrica.
Insomma l’ennesimo serio attacco alla biodiversità che invece di essere tutelata continua ad essere invece seriamente compromessa.