Numerose sono le fonti di energia alternativa che potrebbero cambiare le sorti della produzione mondiale di energia elettrica, non di rado oramai si sente parlare di eolico, fotovoltaico, solare, ovvero sistemi divenuti oramai all’ordine del giorno, ma ricordiamo che c’è un’altra fonte a volte non tenuta abbastanza in considerazione, ovvero la geotermia che sembra essere stata la protagonista della seconda giornata di Green City Energy il Forum Internazionale svoltosi a Pisa.
In tutto il territorio italiano, difatti, l ‘unica regione ad investire pienamente nel settore sembra essere stata la Toscana che, come evidenziato dagli interventi odierni, ha intelligente deciso di sfruttare quella che da parecchi studiosi è stata definita “una vera e propria anomalia termica” data la sostanziale produzione di calore presente nel sottosuolo.
Difatti, a confermare tale composizione del sottosuolo alcuni rilevamenti che hanno scovato ad una profondità compresa tra i 3000 e 4000 metri, degli acquiferi dai quali grazie ad alcune perforazioni di pozzi geotermici, è possibile estrapolare vapore surriscaldato dalle alte temperature e dalla potente pressione, soprattutto nelle zone di Larderello e Travale-Radicondoli.
Altre scoperte sono state fatte nelle aree dell’Amiata di Piancastagnaio e Bagnore in cui sono stati ritrovate pozze d’acqua ad alta temperatura e pressione capace di trasformarsi facilmente in vapore, quindi particolarmente idonee per alimentare gruppi turboalternatori per la produzione di energia elettrica.
Volendo fare una stima si può tranquillamente affermare che la produzione geotermoelettrica complessiva in tutta la Toscana, allo stato attuale è pari a circa 5,5 miliardi di chilowattora all’anno, proprio come ha dichiarato di persona lo stesso presidente dell‘Unione Geotermica Italiana Giancarlo Passaleva.
Un investimento energetico, questo, che consente di ottenere un risparmio pari a 1,1 milioni di tep all’anno.
Grazie a questi dati, quindi, i può tranquillamente ipotizzare entro il 2020 il raggiungimenti di 7,5 miliardi di chilowattora prodotta per un corrispettivo del 150% del valore attuale su tutto il territorio italiano.