Si chiama D*Haus, la casa in grado di adattarsi da sola al variare delle temperature esterne e della luce, scomponendosi in varie sezioni in base alle esigenze dei suoi inquilini e consentendo un notevole risparmio sui consumi di energia elettrica e riscaldamento. Questo innovativo progetto edilizio ideato da due architetti britannici, David Ben Grünberg e Daniel Woolfson, si ispira alla teoria del “Haberdasher’s Puzzle” del matematico Henry Dudney, secondo cui un quadrato si scompone in sezioni che possono ricombinarsi a loro volta in un triangolo equilatero.
La D*Haus riesce a cambiare la sua forma a seconda delle variazioni climatiche, dal giorno alla notte, dall’inverno all’estate, grazie all’utilizzo di pareti spesse e scorrevoli, che modificano l’interno della casa trasformando porte in finestre e viceversa. Otto sono i possibili cambiamenti, consentendo l’edificio di adattarsi nel modo migliore al freddo o al caldo, alla luce o al buio.
La struttura di base è composta da due camere da letto, un soggiorno a pianta aperta e un bagno, ma ogni singola stanza è in grado di mutare aspetto per adeguarsi alle diverse esigenze e situazioni di vita. Ad esempio, nelle stagioni più calde è possibile modificare l’assetto della casa in modo da disporre la camera da letto ad est, ma anche per consentire ai pannelli fotovoltaici di sfruttare a pieno l’energia del sole.
“D*Haus è progettata per muoversi sul proprio sito, ogni volta che il proprietario lo richiede – ha commentato Isaac Hudson, ingegnere strutturale e direttore associato di MA Engineers – il trucco risiede nella geometria, in questo caso mediante l’utilizzo di semplici principi statici per ridurre al minimo le forze sulle cerniere e i binari di supporto, e, per garantire che tutti gli elementi abbiano una rigidità sufficiente, questa viene mantenuta mentre la struttura è in movimento.”