Il futuro energetico italiano, almeno a guardare i piani dell’attuale Governo, prevede la costruzione di quattro reattori da 1.650 MW del tipo EPR (Reattore nucleare europeo ad acqua pressurizzata), progettati e sviluppati principalmente dalla società francese Framatome (Areva NP) per il mercato europeo.
Ma proprio ieri, le authority preposte alla sicurezza nucleare di Gran Bretagna, Francia e Finlandia hanno espresso pubbliche riserve sulla sicurezza e sull’affidabilità di questi reattori.
I dubbi si sono emersi già a livello di concezione di questo nuovo tipo di reattori e riguardano in particolare l’eccessiva interconnessione di due sistemi di controllo relativi al reattore e alla sicurezza che, invece, dovrebbero essere indipendenti. Perciò è stato ufficialmente chiesto ad Areva di fare delle proposte “per ovviare alla perdita di sistemi di sicurezza”.
Sulla richiesta di rivedere la concezione dei sistemi di controllo-comando, cioè del sistema di pilotaggio del reattore, è stata anche proposta la creazione di una commissione di inchiesta parlamentare.
Il problema individuato è serio, e infatti l’autorità francese, l’ASN, ha chiesto a EDF di preparare un piano B nel caso le raccomandazioni fatte per garantire la sicurezza dell’EPR non potessero essere applicate. Non solo, tale situazione potrebbe comportare un ritardo nella costruzione anche di due o tre anni.
Altro problema emerso, è che in Francia che in Finlandia, dove i reattori EPR sono in corso di costruzione, i costi previsti sono stati molto maggiori del previsto: oltre 5 miliardi di euro, rispetto a 3 miliardi e trecento milioni.
Giusto perché si sappia, sono esattamente questi i reattori che il Governo ha intenzione di avviare alla costruzione anche da noi…
Fonte: Ilpannellofotovoltaico.it