La tragica esperienza di Fukushima ha reso necessario un maggiore controllo sullo stato di salute delle centrali nucleari situate in Europa. La Commissione Europea per l’Energia ha, per questo, richiesto di effettuare gli stress test in tutti gli impianti del vecchio continente, 145 in totale. Ebbene, stando agli esiti prodotti dagli esami condotti negli ultimi 18 mesi, nessuna centrale rischia la chiusura, in quanto gli standard di sicurezza sono per tutti i reattori “generalmente elevati“.
Nonostante ciò, la Commissione Ue presieduta da Gunter Oettinger ha deciso di concedere un ingente investimento, pari a 25 miliardi di euro, per l’attuazione di lavori volti a migliorare lo stato di tutte le centrali nucleari. Una messa in sicurezza che consentirebbe, così, di metterle maggiormente a riparo dai rischi causati da eventuali disastri, come terremoti e inondazioni.
Secondo il rapporto presentato lo scorso 4 ottobre a Bruxelles, la nazione che necessita di un più elevato numero di interventi è la Francia, che ospita circa il 40 % delle centrali nucleari europee. In quasi tutti gli impianti francesi, infatti, è stata riscontrata la presenza di tecnologie obsolete che andrebbero quanto prima ammodernate, per una più efficace valutazione del rischio.
Il prossimo passo da attuare sarà quello di realizzare entro la fine del 2012 un piano di azione, che verrà valutato da esperti agli inizi del prossimo anno. Secondo i tempi stabiliti dalla Commissione Europea, la messa in sicurezza di tutti gli impianti dovrebbe avere inizio nel 2014.
La diffusione di questa notizia ha scaturito non poche polemiche da parte di Greenpeace. Per l’associazione ambientalista, che da anni lotta per la chiusura di tutte le centrali nucleari e per l’utilizzo di fonti rinnovabili, gli stress test sono metodi alquanto superficiali e quindi poco utili per rilevare l’effettivo rischio degli impianti.