La petroliera Rena, incagliatasi nella grande Barriera Corallina in Nuova Zelanda lo scorso 5 Ottobre, si è spezzata. La nave che era in condizioni gravi da circa 3 mesi, lo scorso 8 Gennaio o si è spezzata a causa di una tempesta, rilasciando in mare oltre 100 tonnellate di carburante tra diesel e benzina verde.
La chiazza di combustibile ha raggiunto ormai i 3 Km di lunghezza ed i 10 metri di larghezza e si è già abbattuta su 10 Km di costa Neo Zelandese, entrando in contatto con l’ecosistema marino e terrestre. Ad oggi è stato definito: Il peggior disastro della storia della Nuova Zelanda.
La polizia, per ordine pubblico, ha chiuso diverse spiagge, tra le quali alcune private di resort sul mare, per la sicurezza e per evitare il saccheggio del materiale arrivato sul litorale dai container della nave. Le ditte specializzate nella pulizia ambientale, la Svitzer e la Braemar Howells, si sono già mobilitate per pulire le spiagge inquinate e ciò che resta nei containers e nei serbatoi presenti sulla nave, portando in salvo circa 1100 tonnellate, ma le condizioni ambientali sono avverse e stanno limitando le azioni di recupero.
Si iniziano già a tirare le prime somme, infatti le prime vittime si stanno mostrando tra gli uccelli e diversa fauna marina, ed ora la mobilitazione è massima anche tra i civili che si stanno riversando sulle spiagge per aiutare gli addetti ai lavori.