Un amaro boccone da ingoiare per il presidente dell’Iran Mahmoud Ahmadinejad, che vede fortemente compromessi i rapporti tra il suo paese e la nota azienda integrata per l’energia: Eni.
Qualche giorno fa, infatti, sul quotidiano israeliano “Yediot Ahronot”, sono apparsi numerosi richiami alla notizia, che pare aver destabilizzato gli assetti economici del paese, che ha perso uno dei collaboratori più fidi.
L’Eni ha deciso di non stipulare più nuovi e ulteriori contratti con i territori iraniani, ma assicura di rispettare ugualmente le trattative intraprese e controfirmate nei documenti del 2000 e del 2001.
Il giornale di Stato fa ironia, affermando che, “si chiude definitivamente il rubinetto all’Iran”, da parte di svariate aziende, infatti ricordiamo che l’Eni non è l’unica ad aver deciso la rescissione della collaborazione, in quanto la posizione di quest’ultima pare essere assolutamente in linea con quella intrapresa dalla nota azienda tedesca Siemens che ha deciso, a sua volta, di non prolungare ulteriormente la cooperazione a partire già dalla secondo metà dell’anno in corso.
Pare che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante la sua visita in Iran abbia sottolineato che il portavoce dell’Eni si recherà a breve nel paese, per palesare la decisione del gruppo decidendo le sorti delle filiali preseti in Iran.
Un’inversione di rotta assolutamente inaspettata che va ad opporsi diametralmente rispetto alle decisioni di Prodi, Dini, Andreotti e D’Alema, che avevano sempre assicurato una collaborazione stabile, infatti ricordiamo che l’Eni si rifornisce di gas e petrolio iraniano da oltre 50 anni.
Paolo Scaroni, amministratore delegato, dichiara che i patti intrapresi saranno onorati, ma che non ne saranno stilati di nuovi.
Embargo IRAN: l’ENI continuerà ad investire nel paese degli ajatollah (e più di prima)
Recenti notizie stampa davano come prossimo il ritiro dell’ENI dall’Iran, e una drastica riduzione del giro d’affari di tutte le aziende italiane nel paese dei pasdaran.
Infatti Paolo Scaroni (AD dell’ENI) stà per partecipare ad una gara internazionale bandita dall’Iranian Offshore Oil Company (IOOC) per l’affidamento in appalto – per un periodo di tre anni – dei servizi di electrical wireline, production logging, perforation e plug setting nei giacimenti petroliferi iraniani sul Golfo Persico.
Entro il 13 marzo 2010 l’ENI farà pervenire la propria offerta all’ente petrolifero iraniano.
Per l’Eni non ci son problENI. Di fronte al denaro frusciante non c’è embargo che tenga. Alla faccia dell’embargo, di Berlusconi (e di Israele)
http://piemonte.indymedia.org/article/7505