Il gruppo italiano Mossi e Ghisolfi e la multinazionale statunitense TPG si sono accordate ed hanno fondato una joint venture da 250 milioni di euro. Lo scopo è quello di poter commercializzare bioetanolo realizzato sulla base di una nuova tecnologia, che consente di produrre del bioetanolo partendo da qualsiasi tipo di biomassa cellulosica. Il gruppo italiano manterrà la quota di maggioranza nella nuova joint venture realizzata con gli statunitensi.
In base all’accordo, il gruppo italiano Mossi e Ghisolfi trasferirà alla nuova società un suo impianto sperimentale, che la società italiana ha realizzato a Tortona, nella provincia di Alessandria, oltre ad un altro impianto, che è ancora in fase di costruzione, a Crescentino, nel vercellese.
La produzione di questo nuovo bioetanolo dovrebbe entrare in funzione tra il giugno ed il luglio del 2012, in quello che sarà il primo impianto al mondo per la produzione di biocarburante di seconda generazione. Fin’ora il gruppo Mossi & Ghisolfi ha fatto molta ricerca scientifica, per essere all’avanguardia nel settore dei biocarburanti. I due nuovi impianti piemontesi di Tortona e di Crescentino si stima che produrranno almeno 50 mila tonnellate di bioetanolo all’anno partendo da sostanze non destinate al consumo alimentare.
Basato su una tecnologia tutta made in Italy,dalla ricerca alla realizzazione, questo impianto nasce da una ricerca sviluppata a Rivalta Scrivia, sempre in provincia di Alessandria, da un gruppo di 120 ricercatori italiani, che in cinque anni sono riusciti a mettere a punto un nuovo sistema per produrre un combustibile verde, che è risutlato essere meno caro della benzina.