Dopo aver assisitito alle varie diatribe riguardanti l’uso, corretto o sbagliato, della sigaretta elettronica, analizziamo in questo articolo uno degli aspetti più trascurati di questa nuova tendenza, ossia lo smaltimento del prodotto a fine vita. Molti sono i dubbi in merito, scaturiti soprattutto da una cattiva informazione. Gli stessi commercianti che si occupano della vendita diretta non riescono a dare giusti consigli su come gestire il prodotto, e tutti i suoi componenti, una volta eseurito. A porre fine a questa situazione incerta ci ha pensato Danilo Bonato, direttore generale del Consorzio Remedia per la Gestione e lo Smaltimento dei Rifiuti RAEE.
La sigaretta elettronica, per le sue caratteristiche e composizione, rientra a tutti gli effetti nella categoria dei rifiuti tecnologici. Quindi, basandoci su questa semplice classificazione, risulta intuitivo che tale prodotto non può essere gettata nel sacco nero della raccolta indifferenziata, ma è necessario recarsi all’isola ecologica più vicina o andare dal negoziante che, a fronte dell’acquisto di un nuovo prodotto, è obbligato a ritirare il vecchio gratuitamente.
Ma questo non basta. A causa della sua complessità, la sigaretta potrà essere consegnata ai negozianti o presso le isole ecologiche solo dopo essere stata privata della sua batteria, che dovrà essere recapitata alle strutture sopra indicate separatamente. Per quanto riguarda, invece, l’atomizzatore (componente che rende possibile il funzionamento della sigaretta), questo dovrà essere conferito all’isola ecologica, in quanto contrassegnato dal simbolo del bidone sbarrato e dal marchio CE.
Diverso invece è lo smaltimento dei contenitori dei liquidi e dei beccucci in plastica rigida. I primi, insieme alle cosiddette “cartucce di nicotina”, potranno essere trattati come tutti i materiali di plastica riciclabile, essendo dei veri e propri imballaggi; mentre i beccucci (non essendo imballaggi) dovranno essere gestiti come rifiuti indifferenziati.