Cercherò, in questo articolo, di fare qualche considerazione sulla presente impossibilità di passare a fonti alternative di energia. Facciamo un esempio. Io sono la compagnia energetica Zuzzi Petroleum, e da come si può dedurre dal mio nome produco gran parte dell’energia che vendo a partire dal petrolio.
Possiedo numerosi impianti per la trasformazione del greggio in combustili raffinati, qualche centrale, un oleodotto e persino un giacimento. Ho una serie enorme di infrastrutture, costruite nel corso di decine di anni, che mi permettono di estrarre il petrolio e trasformarlo in energia.
Per adesso il petrolio mi costa meno di qualunque altra cosa. Perciò, nonostante le belle parole e le campagne di marketing, non ho incentivi a cambiare. Di tanto in tanto il prezzo del petrolio sale, e io a quel punto diversifico un pochino le mie opzioni (Comprando qualche centrale solare in Arizona), ma non modifico mai la natura della mia compagnia.
Dopo un certo periodo di tempo che il petrolio costa più dei pannelli solari io continuo ancora ad usare il petrolio. Perchè? Semplicemente perchè le infrastrutture per lo sfruttamento del petrolio già le ho, e ci sono volute decine di anni di investimenti colossali per costruirle. Quelle per lo sfruttamento di altre fonti non ci sono ancora.
E io non posso certo svegliarmi una mattina, andare dai miei azionisti e dire “Sentite. Dobbiamo fare dei grossi investimenti in energie rinnovabili. Peccato però, ve lo dico per correttezza, che questi investimenti saranno antiproduttiti nel primo periodo e porteranno a delle perdite. Soltanto dopo inizieremo a guadagnarci sopra”. Adesso capite perchè siamo così restii al cambiamento?