Continua il confronto circa lo sviluppo della tecnologia degli impianti eolici che consente di ottenere energia pulita da una fonte totalmente naturale quale è il vento. Le associazioni ambientaliste si schierano contro la diffusione di tali impianti per la deturpazione del paesaggio con la costruzione degli impianti.
Le associazioniitaliane, ed in particolare Amici della Terra, si sono infatti schierate, in una conferenza stampa, a favore delle rinnovabili ma contro la diffusione sia dell’eolico che degli impianti fotovoltaici a terra che impiegherebbero i terreni agricoli deturpando ogni paesaggio in cui si insinuano.
Il leader di questa associazione , Rosa Filippini richiede che vengano fatte moratorie sulle installazioni per evitare che ci siano degli avvoltoi su questo progresso energetico, anche se viceversa l’Associazione Nazionale Energia del Vento afferma che nell’ultimo anno ci sia stato una consistente diminuzione degli investimenti nell’eolico. Un’altra associazione invece, Italia Nostra, parla tramite il suo esponente Oreste Rutigliano di un massacro che vuole sfruttare gli incentivi statali, duro anche Sgarbi che considera l’eolico come una speculazione economica fine a se stessa e non realmente legata all’interesse ecosostenibile. Carlo Ripa di Meana, presidente del comitato del paesaggio si rivolge addirittura al Capo dello Stato affinche vengano tutelati i beni paesaggistici italiani in virtù dell’articolo 9 della Costituzione, parla anche lui di speculatori economici che non badano all’ecologia ma solo ai propri interessi.
Dall’altra parte Edoardo Zanchini, responsabile energia del Cigno Verde, parla di eolico come energia che funziona anche se riconosce eventuali investimenti errati fatti in questo settore, auspica inoltre, in collaborazione con Legambiente, un cambio di modello energetico anche affinchè non restino queste speculazioni. Sottolinea inoltre che non c’è nessuno scempio poichè le grandi opere di sviluppo eolico contano solo il 3 % della distribuzione italiana e quindi non ha ragion d’essere quel tipo di contestazione.