Nel mio precedente articolo ho cercato di esporre le ragioni per cui affidarsi al settore privato per quanto riguarda la transizione dal petrolio alle energie alternative è insensato. Allora quali potrebbero essere i fattori vincenti nella guerra contro le energie non-rinnovabili? A mio avviso l’intervento dello stato è imprescindibile; le logiche secondo le quali opera il settore privato non consentirebbero un investimento che porti benefici soltanto dopo svariati anni.
Cosa potrebbe fare lo stato? Principalmente due cose. Incentivare (Ulteriormente, nei casi in cui uno stato illuminato ha già deciso di aiutare le rinnovabili) le energie rinnovabili e imporre nuove tasse sulla produzione e consumo di carburanti fossili. Soltanto così diventerebbe anti-economico per le imprese del big-oil la produzione di energia secondo i metodi classici. Una volta che usare il petrolio sarà diventato anti-economico allora il settore delle energie alternative potrà beneficiare degli immensi capitali che il settore privato potrebbe fornire.
Le enormi risorse presenti nel settore privato al momento non possono venire sbloccate, se non per quanto riguarda le fonti di energia non rinnovabili. Eppure si potrebbe trattare di una vera e propria rivoluzione nel settore dell’energia. Come il programma spaziale americano, che nel futuro si affiderà sempre di più al settore privato, anche il settore dell’energia potrebbe iniziare a fare lo stesso.
Anche perchè in questa circostanza storica gli stati hanno ben pochi soldi da investire nelle fonti di energia rinnovabile (A meno che non cambino radicalmente tipo di politica, ma questo è un altro discorso), visto che amano piuttosto investirli in armamenti. La salvezza potrebbe venire proprio dai privati.