Secondo il “Global PV Module Manufacturing 2013” stilato da GTM Research, il settore del fotovoltaico subirà, entro il 2015, numerosi tagli e ingenti perdite. Le cause sono da ricondurre non solo alla reale crisi finanziaria che continua a minacciare il sistema economico mondiale, ma anche alla spietata e ingestibile concorrenza del mercato cinese. A pagare le conseguenze di questa situazione saranno circa 180 produttori, che in breve tempo dovranno decidere le sorti delle proprie aziende cercando le soluzioni più accessibili per evitare la chiusura o l’assorbimento da parte di soggetti più forti. Stando alle previsioni divulgate dal suddetto reportage, le uniche a sopravvivere saranno quelle industrie che preferiscono adottare costi di produzione decisamente inferiori a scapito della qualità e dell’efficienza.
I dati pubblicati da GTM Research sono tanto preoccupanti quanto inaspettati. Negli ultimi anni la crescente richiesta del fotovoltaico ha reso tale fonte rinnovabile la più utilizzata, consentendo così l’apertura di nuove industrie pronte ad investire sull’energia pulita offerta dal sole. Ma, nonostante gli sforzi compiuti dagli audaci produttori, nulla si può contro il temibile mercato cinese. Per ovviare a questo problema, sono state adottate varie soluzioni che avrebbero dovuto limitarne i danni e rivalutare il fotovoltaico europeo e americano. Gli Stati Uniti, per esempio, per riportare in auge l’industria locale hanno deciso di applicare misure restrittive che limitano l’importazione dei prodotti provenienti dalla Cina.
Per evitare che le previsoni di GTM Research si avverino, occorre studiare nuove e competitive strategie economiche capaci di risollevare le sorti del fotovoltaico e di tutte quelle aziende che rischiano di sparire sotto il peso di una crisi finanziaria, che già sta provocato ingenti danni e minacciando l’equilibrio sociale.