Per adesso è ancora un semplice esperimento, ma nel caso in cui si riuscisse davvero a sfruttare, potrebbe trasformarsi in una risorsa energetica molto importante per l’Italia del sud. Stiamo parlando della pianta di cardo, e degli studi che l’Unità operativa dell’Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo (Isafom) del Cnr di Catania, sta effettuando, per provare a produrre elettricità, calore e biocarburanti.
Questa pianta è originaria del bacino del Mediterraneo e si trovano notizie di coltivazione già al tempo degli antichi romani.
Da un ventennio circa, il cardo è stato destinato alla produzione di biomassa per energia ed allo stesso modo si è fatto con la coltura del cardo selvatico, ovvero un primogenito del cardo stesso.
Questa pianta, per merito di una crescita favorita dal particolare ambiente mediterraneo che inizia in autunno e si completa in primavera, è capace di assorbire degli apporti idrici, dando degli ottimi risultati dal punto di vista delle rese in biomassa e acheni.
In particolar modo, l’alta presenza di zuccheri nelle radici del cardo, potrebbe permettere di sfruttarla per produrre energia elettrica.