Le maggiori concentrazioni di ghiaccio si trovano in Goenlandia ed in Antartide, le cui vaste lastre di ghiaccio, secondo un recente studio sembrerebbero sciogliersi più velocemente di quanto si pensasse. Anzi secondo i rilevamenti durati 18 anni di questo recente studio, la loro fusione sta accelerando, per due cause indipendenti tra loro.
L’incontrollata agginta di acqua in negli oceani potrebbe rialzare il livello medio globale del mare fino a 15 cm dal 2050. In questo modo la fusione del ghiaccio dei due enormi serbatoi congelati dei ghiacciai groenlandesi e delle calotte polari diverebbe la causa principale dell’aumento del livello del mare.La nuova stima dello scioglimento dei ghiacci e il conseguente aumento del livello del mare supera le previsioni fatte dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici nel 2007.
“Potremmo avvicinarci presto al momento di preoccuparci per le popolazioni delle aree costiere”, ha detto Isabella Velicogna che lavora per il California Institute of Technology e per il Jet Propulsion Laboratory della Nasa, uno degli autori del report sulla rivista scientifica Geophysical Research Letters. “Sembra che le stime precedenti fossero una sottostima della variazione del livello del mare. Un aumento di una quindicina di centimetri potrebbe sembrare piccolo, ma l’aumento non sarà distribuito in modo uniforme nel mondo con effetti sproporzionati a seconda della mofologia delle coste.”
Lo studio ha utilizzato due tecniche per misurare lo scioglimento dei ghiacci. Sono stati impiegati rilevamenti tramite i radar satellitari del movimento del ghiaccio, sono stati eseguiti dei sondaggi con prelevamento di carotaggi di spessi strati di ghiaccio, e uniti alle osservazioni terrestri questi dati hanno fornito un quadro completo delle dimensioni delle riserve di ghiaccio del pianeta, di mese in mese. La seconda tecnica ha impiegato la coppia di satelliti chiamata Grace (i satelliti Grace, un acronimo di Gravity Recovery Experiment e il clima, sono state lanciate dalla NASA e il Centro Aerospaziale Tedesco nel 2002) progettata per misurare le differenze nella gravità su tutta la superficie della Terra. Poiché la densità delle lastre di ghiaccio si differenzia dalla densità delle zone circostanti, il ghiaccio presente mostra una variazione della lettura della gravità.
Eric Rignot, anche lui co-autore della relazione e collega della dottoressa Velicogna, ha detto che le tecniche indipendentemente hanno fornito cifre molto simili sull’accelerazione della fusione dei ghiacci. Ha aggiunto che la variabilità che si presenta di anno in anno nel quantitativo di neve caduta, che potrebbe aumentare lo spessore delle masse di ghiaccio, richiederebbe un record di nevicate per lunghi periodi per contrastare le tendenze di fusione. “Non possiamo davvero individuare il punto di partenza per l’accelerazione nella fusione” racconta Rignot “Abbiamo 18 anni di dati ricavati dagli studi per il problema. E sono pochi”.
Si stima che sono 475 miliardi di tonnellate di ghiaccio che fondono e finiscono in mare ogni anno. Uno studio del 2006 ha rilevato che lo scioglimento dei ghiacciai montani sta accelerando, ma con un ritmo di circa tre volte più lento rispetto quello delle lastre di ghiaccio.
Poiché le riserve di ghiaccio fondono più rapidamente di quanto ritenuto in precedenza, stimare l’entità del futuro aumento del livello del mare è meno importante che riconoscere l’accelerazione del ritmo di fusione. Velicogna commenta: Il punto è, sta accadendo e non possiamo negarlo ed alla fine avrà ripercussioni”.