Le sfumature del sistema di incentivi e sviluppo del settore delle rinnovabili in Italia iniziano a delinearsi sempre di più con le strategie del Ministero dell’Ambiente. Il risultato fondamentale che emerge è la presenza del sistema di incentivazione, che si immaginava potesse essere eliminato.
Il tutto nasce dall’obiettivo posto per il Paese, di raggiungere il quantitativo di energia elettrica prodotta da rinnovabili pari al 35%, a fronte dell’attuale 26%. Il nuovo sistema di incentivi non solo servirà a far fronte a questo sviluppo, ma si prevede anche che si tratti di incentivi a lungo termine. Per favorire questa crescita è stato inoltre introdotto un migliore sistema di controllo delle aste per lo sviluppo dei grandi impianti, ovvero quelli di una potenza complessiva superiore a 5MW.
Il tutto entrerà in vigore il 1 luglio, con l’entrata in vigore del prossimo conto energia, che complessivamente prevederà 500 milioni di euro previsti per gli incentivi, che addirittura potrebbero arrivare, a seconda dei casi, fino a 6.5 miliardi di euro. Inoltre per la realizzazione di un impianto che sia di una potenza superiore ai 12 kW sarà necessaria l’iscrizione ad un registro realizzato dal Gse per ottenere il finanziamento necessario per la realizzazione. Grazie a questo sistema sarà possibile favorire gli impianti realizzati su tetto rispetto a quelli realizzati a terra poichè presentano un minor impatto ambientale di quelli a terra, oltre al fatto che non occupano il suolo.
Il sistema di incentivazione prevede un incremento annuo che porterà fino ai nove miliardi messi a disposizione al 2020. Per quanto riguarda invece le fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico, sono stati previsti ulteriori cinque miliardi e mezzo, un incremento considerevole, considerando che si tratta di due miliardi in più di quelli precedentemente messi a disposizione.
I Ministri coinvolti nell’iniziativa tra i quali, Passera, Clini e Catania hanno commentato a tal proposito dicendo: “Il nuovo regime pone le basi per uno sviluppo ordinato e sostenibile delle energie rinnovabili, allineando gli incentivi ai livelli europei e adeguandoli agli andamenti dei costi di mercato, calati radicalmente nel corso degli ultimi anni. Vengono favorite le tecnologie con maggior ricaduta sulla filiera economico-produttiva nazionale e ad alto contenuto innovativo, introducendo inoltre meccanismi per evitare distorsioni a livello territoriale e conflitti con altre filiere produttive nazionali, in particolare con quella alimentare”.