Una legge anti-disastro per evitare all’ Ue il rischio di una catastrofe ecologica come quella del Golfo del Messico. Questa è la proposta che arriva dalla Commissione europea, decisa a porre paletti di sicurezza più rigidi per l’industria di gas e petrolio offshore. Con le nuove regole, solo le imprese che avranno i mezzi tecnici adeguati, i piani di emergenza e le risorse per pagare i danni ambientali, potranno lavorare nelle acque dell’Unione europea. Le misure, che potrebbero entrare in vigore per le piattaforme esistenti già dal 2014, avranno un forte impatto sull’Italia, al terzo posto nell’Ue per numero di impianti offshore dopo Gran Bretagna e Olanda.
”Oggi, afferma il commissario Ue all’Energia, Gunther Oettinger, la maggior parte del petrolio e del gas in Europa viene prodotto offshore, spesso in condizioni difficili”. ”I rischi però stanno aumentando, spiega Oettinger, percheè si opera a profondità sempre maggiori”. Per questo occorrono misure per prevenire incidenti come quello nel Golfo del Messico ed assicurarsi che vengano adottate le migliori pratiche ”è un dovere indiscutibile”. ”Le regole proposte oggi, aggiunge Janez Potocnik, commissario Ue all’Ambiente, ci aiuteranno a prevenire future emergenze in tutte le acque marine dell’Ue”. La novità più importante riguarda la piena responsabilità dell’industria per i danni ambientali, incluse le acque fino ad un limite di 370 km dalla costa, contro i 22 km attualmente previsti.