Si prospettano tempi duri per i meno attenti alla salute dell’ambiente e del pianeta, almeno in Australia dove è stata imposta una tassa per i primi 500 maggiori produttori di CO2 del paese che a partire dal 2012 dovranno pagare 23 dollari per tonnellata emessa.
La nuova misura fiscale stabilita contro le emissioni inquinanti è stata annunciata infatti oggi dal primo ministro australiano Julia Gillard che ha spiegato come le nuove norme, definite come la più importante riforma fiscale degli ultimi anni per il Paese, porteranno nelle casse dello stato i fondi necessari al finanziamento di ulteriori impianti di energie rinnovabili che quindi andranno ad eliminare questa CO2 in eccesso attraverso il bilanciamento del fabbisogno energetico.
Il problema è serio specialmente se si pensa al fatto che l’Australia è uno dei più grandi produttori di emissioni di gas serra conteggiati per singolo abitante, ciò è dovuto sopratuto al fatto che il paese si sostiene, energeticamente parlando, per l’80% con il carbone, e ne è allo stesso tempo uno dei più grandi esportatori. Il premier Gillard ci ha tenuto a sottolineare come il prezzo fissato sul carbone, o meglio sulle emissioni che ne derivano, è un primo passo verso un paese sempre più pulito e rivolto verso le fonti rinnovabili.
Non si tratta però di un’unica tassa anzi, sarà la base di un più ampio e complesso sistema basato su delle compensazioni basate sulle quote di scambio delle emissioni, disponibile a partire dal 2015, sarà infatti disponibile un prezzo di scambio di base ed uno massimo per i primi tre anni.Allo stesso tempo però il governonon si ferma ma intende creare una struttura con un budget di addirittura dieci miliardi di dollari australiani che possano consentire il finanziaento di ulteriori impianti che producano energia pulita.