“La ricerca per sviluppare una tecnologia solare che possa reggere il confronto con il costo di un chilowattora generato da sistemi tradizionali e che nello stesso tempo possa dispiegarsi a livello di terawatt è diventata una delle principali sfide che siamo motivati a vincere al più presto”. Questa la dichiarazione di David Mitzi, Manager della divisione Photovoltaic Science and Technology di IBM Research, riguardo all’annuncio da parte della società statunitense dello sviluppo di una nuova cella fotovoltaica denominata CTZSS, acronimo di Copper (rame), Tin (stagno), Zinc (zinco), Sulfur (zolfo), Selenium (selenio).
Come abbiamo già visto, il futuro del fotovoltaico sta nelle celle a film sottile, infatti questa nuova creazione di Big Blue, è l’evoluzione naturale delle celle CIGS (rame, indio, gallio, selenio) alla base degli attuali pannelli a film sottile. Le nuove celle, che hanno raggiunto il 9,6% di efficienza nei test di prova, hanno due fondamentali caratteristiche che porteranno ad una riduzione dei prezzi dell’energia fotovoltaica: innanzitutto gli elementi fotoconduttori impiegati sono facilmente reperibili sul nostro pianeta, a differenza, ad esempio, dell’Indio utilizzato nelle celle CIGS e del Tellururo di Cadmio, il quale crea non pochi problemi di smaltimento. In secondo luogo l’innovativo sistema di produzione ad immersione, a spray, o addirittura a stampa anziché il processo sottovuoto delle celle a base di silicio.
Fino ad oggi la innovativa cella è stata testata solo in condizioni di laboratorio ma, ha proseguito Mitzi, “si tratta di un progetto molto giovane, ha meno di nove mesi ed è ancora in una fase molto precoce dello sviluppo”. IBM, comunque, non produrrà direttamente le celle solari, ma venderà la licenza al miglior offerente.
Ancora un passo in avanti, insomma, verso il miglioramento delle tecnologie necessarie allo sfruttamento delle energie rinnovabili, per consentire una riduzione dei costi che renda accessibile a tutti le fonti rinnovabili offerte dal nostro pianeta.