Il fotovoltaico italiano si è fatto notare più per le polemiche legate al taglio degli incentivi che non per il superamento dei 9 GW di potenza installata. Il superamento di questa soglia fa del solare italiano il secondo mercato al mondo, dopo quello tedesco. L’Italia ha un forte irraggiamento solare e pure se lo combiniamo con i continui miglioramenti tecnologici, il fotovoltaico non risulta ancora essere competitivo sul mercato energetico adesso e probabilmente anche per i prossimi 5/6 anni.
I costi di generazionedi eletrticità dmediante le fonti tradizionali (gas, carbone, ecc.) sono ancora a svantaggio del fotovoltaico, e perciò il suo sviluppo viene sostenuto con finanziamenti statali (a loro volta garantiti dalle bollette degli utenti).
In Italia il fotovoltaico è stato sostenuto dal regime del Conto Energia a partire dal 2007 , che è risultato essere uno dei sistemi più generosi a livello europeo. I vari Conti Energia italiani hanno permesso al mercato di raggiungere i 2 GW ad agosto 2010. Il passaggio al Terzo Conto energia, che ha ridotto le tariffe del 20%, è stato tranquillo, anche perché gli operatori avevano potuto contare suldecreto Salva Alcoa che ha infatti sancito che le più convenienti tariffe dello scaduto Secondo Conto Energia fossero riconosciute a tutti quegli impianti, che avessero terminato i lavori elettrici e strutturali entro il 31 dicembre 2010. Il provvedimento ha spinto migliaia di operatori a completare i lavori per usufruire dei generosi incentivi.
Il fenomeno non è sfuggito all’attenzione di Gse e soprattutto del Governo che, preoccupato per l’eccessiva incidenza dei finanziamenti sulle bollette degli utenti, ha varato lo scorso maggio il Quarto Conto Energia, ha stabilito tagli più netti per le tariffe incentivanti, soprattutto per gli impianti di grandi dimensioni.
Per raggiungere entro il 2016 l’obiettivo di 23 GW di potenza installata sul territorio nazionale, l’Esecutivo non è disposto a spendere qualsiasi cifra. Ecco perchè è stato fissato in anticipo un tetto di spesa compreso tra i 6 e i 7 miliardi di euro. Il nuovo regime è contestato dalle associazioni dei produttori da fonti rinnovabili, che paventano lo stop allo sviluppo del settore ma le prospettive per il fotovoltaico italiano restano molto positive.