A quasi un anno dall’approvazione della oramai oltremodo famosa legge delega sul nucleare e a circa 2 mesi dalla relativa pubblicazione del testo sulla Gazzetta Ufficiale, il quadro legislativo che dovrebbe disciplinare il ritorno del nucleare nei territori italiani sembra essere ancora assolutamente confuso, disordinato e molto poco lineare.
Grandi promesse, molte chiacchiere ma allo stato attuale nessun fatto!
I cittadini italiani più attenti, infatti, aspettano ancora con ansia l’istituzione dell’ Agenzia Nazionale per la Sicurezza Nucleare, annunciata per lo scorso Febbraio ma di cui ancora non se ne conoscono le sorti, come del resto nel caso delle delibere per la definizione delle tipologie d’impianto o per quelle relative ai criteri e sulle misure per la costruzione e l’esercizio degli impianti che sembrano essere ancora un miraggio lontano.
Una situazione un po’ troppo confusa, si direbbe, per un Governo che mira alla necessaria reintroduzione dell’atomo entro i confini del proprio territorio, talmente confusa che al momento sembrano non esistere neppure leggi e regolamenti atti a disciplinare la progettazione con relativo funzionamento ed organizzazione degli impianti.
E il motivo?
Il motivo principale sembra risiedere, fondamentalmente, nelle continue pressioni e nei continui e insistenti scontri all’interno del Governo stesso, tra coloro che il nucleare lo vogliono, e coloro che invece, per amor proprio e per il bene della popolazione, di nucleare in Italia proprio non vogliono sentirne parlare.
A noi di certo non resta che stare a guardare in attesa di una nuova sollevazione, sperando che questo immobilismo che sembra caratterizzare le ultime attività politiche dei nostri rappresentati governativi, cessi, e che almeno vengano presentati e chiariti alla popolazione i piani per un ritorno ad un energia nucleare che ricordiamo essere sgradita alla maggioranza della cittadinanza.