Nuove regole per chi vuole accedere agli incentivi nel settore del fotovoltaico

Dal primo luglio bisognerà garantire anche la corretta gestione dei moduli fotovoltaici al termine della loro vita utile. Infatti, per gli impianti fotovoltaici che saranno installati dopo la fine di questo mese si dovrà trasmettere obbligatoriamente il certificato che garantisca l’adesione ad un consorzio o ad un sistema per  il riciclo dei pannelli fotovoltaici una volta terminata la loro utilità.

Queste sono le direttive stabilite in base al D.M. 5 Maggio 2011 all’art. 11 comma 6. Lo sviluppo del fotovoltaico ha subito una forte crescita negli ultimi anni nella nostra penisola, tanto da essere la fonte rinnovabile più utilizzata dopo l’idroelettrico. Proprio per questa presenza così imponente dei moduli fotovoltaici ( oltre 50 milioni per un’estensione che si aggira intorno ai 100 km² ) il legislatore ha voluto focalizzare maggiormente l’attenzione sullo smaltimento di essi, regolamentando la cosiddetta “responsabilità estesa” del produttore di cui si parla nell’art. 178-bis del “Testo Unico Ambientale“.

Come stabilito da un accordo con il Comitato Ifi (Industrie Fotovoltaiche Italiane) l’ente che si occuperà dello smaltimento dei moduli è il COBAT, Sistema Nazionale di Raccolta e Riciclo che già da oltre vent’anni si occupa delle batterie al piombo esauste. Attraverso il database di questo sistema di raccolta e riciclo sarà possibile tracciare e conoscere l’esatto luogo in cui i moduli sono stati installati e calcolare quindi la fine del loro ciclo di utilizzo, che si aggira intorno ai 25-30 anni.

Lo stesso sistema inoltre deve garantire la presenza di fondi per lo smaltimento anche nel momento in cui l’azienda di produzione abbia cessato la propria attività sul mercato, in modo da evitare che i suddetti costi gravino sulle tasche della collettività.

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