Dopo l’inarrestabile crescita verificatasi tra il 2007 e il 2011, il settore del fotovoltaico ha subito un’inevitabile battuta d’arresto dovuta principalmente al ribasso dei finanziamenti statali e alla conseguente diminuzione dei costi degli impianti. Le tariffe stabilite dal quinto e ultimo Conto Energia prevedevano una soglia massima di incentivi pari a 6,7 miliardi di euro, che purtroppo è stata raggiunta prima della fine del 2012 lasciando così a secco il fondo destinato alla installazione di nuovi impianti fotovoltaici. Se a questo aggiungiamo la crisi economica che attualmente sta mettendo in ginocchio molte imprese italiane, possiamo intuire che il 2013 non sarà un’ottima annata per il settore delle rinnovabili in genere.
Secondo le previsioni degli esperti, questo sarà il primo anno senza incentivi al fotovoltaico rischiando, così, il raggiungimento della “Grid Parity” (parità di mercato), ossia il punto in cui l’energia elettrica prodotta a partire da fonti di energia alternative ha lo stesso prezzo dell’energia prodotta da fonti tradizionali.
Ma le consegenze di questo non solo del tutto negative. Infatti, l’atro aspetto da considerare, e che fa ben sperare i produttori di impianti fotovoltaici, riguarda l’ulteriore diminuzione dei prezzi. I continui cambiamenti normativi imposti dal Conto Energia hanno reso il mercato sempre più instabile e costretto i produtti (sempre più confusi) a gonfiare i costi degli impianti, grazie alla presenza dei finanziamenti statali. Ora, con la “fine degli incentivi”, sarà possibile assistere ad un fenomeno, definito dagli economisti, di assestamento dei prezzi sui valori reali di mercato, favorendo così (dopo un periodo di necessario rallentamento) una nuova diffusione del fotovoltaico, che sarà decisamente più accessibile.
Inoltre, a chi fosse interessato all’installazione di un nuovo impianto, ricordiamo che è ancora possibile usufruire delle detrazioni fiscali, che vanno dal 36% al 50%, previste non solo per tutte le ristrutturazioni e recuperi edilizi ma anche per l’efficienza energetica. Per esempio, per un impianto del valore di 10 mila euro sarà possibile recuperare in 10 anni 5 mila euro attraverso la dichiarazione dei redditi.