La certificazione energetica può contribuire in maniera determinante alla trasparenza del mercato immobiliare, favorendo pratiche virtuose nell’ambito delle ristrutturazioni. È questo il principale messaggio emerso nel corso del convegno di presentazione del rapporto “Attuazione della certificazione energetica degli edifici in Italia”, curato dal CTI (Comitato Termotecnico Italiano).
A fine 2011, gli attestati di certificazione energetica (ACE) hanno raggiunto la quota di 1.375.023, in crescita, rispetto agli 891.000 ACE che erano stati censiti al 1° marzo 2011, segnando una crescita del 54 %.
Giuliano Dall’Ò, responsabile del coordinamento scientifico del rapporto del Cti e docente al Politecnico di Milano, ha giudicato positivamente il risultato, sottolineando tuttavia che “molto resta ancora da fare per garantire una diffusione più omogenea a livello nazionale”, considerato che ben “il 95 % degli ACE è ascrivibile al Nord Italia”. I dati raccolti indicano un 4 % per il Centro ed un 1 % per il Sud.
Soltanto la Lombardia e il Piemonte prevedono sanzioni per la mancata consegna degli attestati di certificazione energetica al momento della locazione di un’abitazione. Solamente soltanto quattro regioni (Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta) possiedono un catasto energetico regionale mentre Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Marche, Molise, Sardegna, Umbria, Veneto non possiedono nemmeno normativa in materia.
Le figure professionali, incaricate di redigere le certificazioni, risultano contare più di 40.000 certificatori ma soltanto otto Regioni (Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Trento, Valle d’Aosta) possiedono l’elenco completo dei professionisti abilitati e solo altre 5 (Abruzzo, Basilicata, Lazio, Umbria, Veneto) prevedono di costituirlo.