Le associazioni del settore solare e fotovoltaico (Anie/Gifi, Aper, Assosolare e Asso Energie Future) chiedono al governo di modificare l‘articolo 65 del decreto sulle liberalizzazioni, il D.L. 1/12, considerandolo dannoso per il settore. La richiesta viene argomentata sostenendo che il testo già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale introduca alcune incredibili disposizioni retroattive che, a parere delle associazioni di categoria, possano ledere gravemente i diritti dei produttori fotovoltaici. Produttori ed installatori, in completa buona fede, hanno lavorato fino ad ora progettando e realizzando nuovi impianti, secondo la normativa vigente, che è “attiva” da soli 10 mesi (D.Lgs. 28/11). E adesso? Ora cambiano le regole del gioco, dopo che questo è cominciato.
L’articolo 65, nella versione del decreto liberalizzazioni, stralcia quella parte dell’articolo 10 del D.Lgs. 3 marzo 2011 n.28, che concedeva un anno di tempo alle aziende del settore per mettere in esercizio gli impianti fotovoltaici a terra in area agricola, il cui iter autorizzativo fosse già avviato.
Le aziende, nel frattempo, hanno già sostenuto i costi per la realizzazione degli impianti ed a meno di due mesi dalla scadenza dell’anno di tempo concesso dal D.Lgs. 3 marzo 2011 n.28, non sanno se riusciranno ad avere gli incentivi promessi.
Il comunicato delle associazioni di categoria ribadisce con forza la necessità che si evitino interventi normativi retroattivi, che possano minare la stabilità del sistema e ledere la fiducia degli investitori e chiedono finisca, in maniera definitiva, la fase in cui si decide senza ascoltare la voce delle forze sociali ed economiche che operano in concreto.