I motori sono adatti ai biocarburanti? Secondo le normative europee, i biocarburanti possono essere miscelati per ottenere una miscela con il biodiesel con un massimo del 5 % nel gasolio e del 5 % di etanolo o del 15 % di ETBE nella benzina. Questo, senza modifiche al motore. L’ETBE sostituisce vantaggiosamente il piombo che è stato rimosso dalla benzina, per mantenere un buon numero di ottani (gli ottani misurano la resistenza di auto-combustione del combustibile stesso). Per il diesel, che richiede un buon numero di cetano (è il valore che misura la velocità di accensione del combustibile), questo valore del biodiesel è appena superiore a quello dell’indice di gasolio.
Ci sono ancora molte discussioni in corso tra l’industria del petrolio, le case automobilistiche ed i governi per ottenere l’inserimento massimo dal 5 al 10 % (20 % per l’ETBE). Alcune flotte, come le auto di proprietà delle imprese, sono autorizzate a mescolare fino al 30 % di biodiesel nel gasolio. Ma al di là del 30 %, il motore deve avere impostazioni specifiche. Per l’inserimento di un’alta percentuale di etanolo, i produttori hanno progettato e ottimizzato veicolo chiamato “flex-fuel”, che utilizza indifferentemente o la benzina normale o l’etanolo (permesso fino all’85% in Europa).
È possibile utilizzare olio vegetale puro come combustibile?
Al momento c’è in atto una sperimentazione in fase di test in Francia, dove dal 1 ° gennaio 2007, è permessa la commercializzazione e l’uso di olio vegetale come combustibile, puro o miscelato, solamente per gli agricoltori, i pescatori e le autorità locali. Vantaggi: si tratta di una filiera corta, infatti la produzione si svolge localmente ed il rendimento energetico è superiore rispetto ai biocarburanti tradizionali. Tuttavia, risultano necessarie alcune modifiche tecniche per proteggere i motori.
Ed i biocarburanti di seconda generazione?
Per raggiungere gli obiettivi fissati per l’incorporazionefissati dalla normativa per la nuova produzione di biocarburanti stanno emergendo:
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l’estere etilico di olio vegetale (VOEE): questo è diverso dal biodiesel FAME perché utilizza l’etanolo al posto del metanolo per la sintesi dell’estere. Questa filiera produttiva ha il vantaggio di aprire un mercato per l’etanolo nel gasolio, sostanza la cui la domanda come carburante sul mercato europeo sta crescendo.
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estere-metile da olio animale (EMHA): questo biodiesel ha un potenziale limitato, ma può risultare rilevante in alcuni contesti locali (come il recupero rifiuti).
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diesel sintetico: viene dal trattamento all’idrogeno di oli vegetali.
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Il biogas può anche essere usato come biocarburante.
I ricercatori ed i produttori stanno lavorando sui cosiddetti carburanti di seconda generazione, che sono prodotti completamente o parzialmente dalla biomassa (lignina, cellulosa, semicelullose) e non solamente dalle riserve energetiche della pianta (amido, olio). Vantaggi: si recuperano risorse aggiuntive (legno, paglia, colture dedicate, residui vegetali) con costi delle materie prime basse a priori, e non si competere con la catena alimentare.