Nuovo scandalo per la commercializzazione di borse per la spesa, gli shopper che, con l’aggiunta dell’additivo ECM vengono venduti come buste biodegradabili e quindi riutilizzabili quando in realtà non lo sono poichè non rispettano quelli che sono i tempi di biodegradazione che rispettano la normativa attualmente vigente.
Viene quindi data ragione Legambiente, da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che ha mosso la quesitone per prima affermando che venivano diffusi dei sacchetti di plastica inadatti alla diffusione a causa dell’aggiunta dell’ECM Masterbatch Pellet, che l’azienda Italcomp spacciava per biodegradabili.
In questo modo venivano distribuiti a esercizi commerciali, comuni ingannando gli acquirenti che avevano preso parte all’adeguamento alla normativa entrata in vigore a partire dal 1 Gennaio 2011, normativa che aveva bandito le buste di plastica.
Ci sono state infatti ben tre attività pubblicitarie fatte da parte di tre aziende del settore che hanno appunto pubblicizzato i loro prodotti, in realtà inadatti secondo la legge, e quindi è stata vietata la diffusione dei sacchetti, pena la multa di 40 mila euro per la prima azienda e 20 per le altre due aziende. Il responsabile di Legambiente ha affermato a riguardo del successo ottenuto: “Continueremo a vigilare per evitare che il bando dei sacchetti di plastica tradizionale possa permettere ai furbi di fare affari ai danni dell’ambiente, ingannando amministrazioni e aziende che vogliono adeguarsi alla normativa vigente”.
Da un punto di vista politico invece, interviene Francesco Ferrante, esponente del Partito Democratico che afferma : “viene sbarrata così da subito la strada ai furbetti del sacchetto, difendendo la messa al bando degli shopper tradizionali, una misura innovativa che porterà enormi vantaggi all’ambiente del nostro Paese”, dichiarandosi quindi soddisfatto per quanto fatto anche attraverso le avvertenze ricevute da Legambiente.Evidentemente la vecchia industria inquinante, che non ha saputo o voluto adeguarsi alla misura introdotta con la legge finanziaria del 2007 che decise la messa al bando dei sacchetti prodotti col petrolio, ha cercato in qualche modo di aggirare una norma che coniuga il rispetto per l’ambiente all’innovazione”.
Conclude dicendo: “Grazie alla segnalazione di Legambiente e al tempestivo intervento dell’Authority le amministrazioni e i cittadini, che hanno dimostrato da subito di apprezzare molto la messa al bando degli shopper inquinanti, non verranno ingannati da chi intende spacciare come biodegradabili sacchetti che invece rischiano di non decomporsi prima di 200 anni”.Si profila quindi un momento difficile per queste aziende e un ottimo momento invece per la lotta alla falsa ecologia e al falso riciclo che cerca solo di speculare su qualunque cosa sia possibile.