Incredibile ma vero, la più grande compagnia petrolifera italiana balza agli onori delle cronache per la seconda volta nel giro di due giorni, grazie ad un progetto nel campo delle energie rinnovabili. A rendere merito ad Eni, questa volta, è stata l’AIRI – Associazione Italiana per la Ricerca Industriale – che due giorni fa, nel corso della Giornata Airi per l’innovazione industriale, quest’anno dedicata alle “Opportunità della ricerca industriale italiana nel settore dell’energia”, ha consegnato all’ingegner Umberto Vergine, Direttore della Direzione Studi e Ricerche di Eni, il premio “Oscar Masi 2009 per l’innovazione industriale”.
Il premio è stato assegnato per un progetto sviluppato dalla compagnia del cane a sei zampe nel Centro di Ricerche Istituto Donegani: concentratori solari luminescenti, in grado di aumentare il rendimento delle celle fotovoltaiche attraverso particolari convertitori di spettro che consentono di ridurre di 4 volte il costo di produzione dell’energia solare.
Si tratta di grandi lastre in materiale trasparente alla radiazione solare in sui sono inserite sostanze fluorescenti che fungono da convertitori di spettro: grazie al fenomeno della “riflessione totale” la radiazione emessa dalle molecole fluorescenti viene “guidata” verso i bordi della lastra dove viene concentrata sulle celle solari. Ciò permette di sfruttare materiali a basso costo, quali le lastre fluorescenti, su ampie superfici, concentrando la luce su piccole superfici di materiali a costo elevato, cioè le celle fotovoltaiche.
Oltre alla riduzione dei costi di produzione, già di per se fondamentale per lo sviluppo del fotovoltaico, i concentratori offrono altri vantaggi: a differenza di quelli tradizionali a specchio non richiedono meccanismi di inseguimento della luce solare, non surriscaldano le celle non concentrando la componente termica e, essendo costruiti in materiale trasparente, possono essere impiegati per costruire finestre integrandosi così completamente nelle costruzioni.