Tra le buone pratiche di mobilità sostenibile, illustrate in un precedente articolo, abbiamo menzionato la bicicletta elettrica, o anche detta bicicletta a pedalata assistita. Questo mezzo di trasporto ha registrato, negli ultimi anni, un vero e proprio boom di vendite, consentendo ai suoi produttori di conquistare in breve tempo una posizione di spicco sul mercato. Complici di questo strepitoso successo, la crisi economica e il caro benzina, che hanno spinto sempre più italiani ad avvicinarsi al mondo delle due ruote. Ideale nei centri cittadini per gli spostamenti veloci e senza fatica, la bicicletta elettrica garantisce inoltre un notevole risparmio per l’utilizzo quotidiano e un bassissimo impatto ambientale, tutto a quasi totale assenza di rumore.
Come tutti ormai sanno, questo mezzo di trasporto sfrutta per il suo movimento la potenza delle gambe insieme a quella del motore elettrico montato su di esso. Questo motore, generalmente integrato nell’asse della ruota posteriore, è alimentato da una batteria (preferibilmente al litio) anch’essa installata sul telaio della bici.
Anche la bicicletta elettrica, rientrando nella categoria mezzi di trasporto, è soggetta a normativa europea ed italiana, e deve avere le seguenti caratteristiche: potenza del motore elettrico non superiore a 0,25 kW e velocità assistita non superiore a 25 km/h. Con il superamento di uno di questi valori, la bici non verrà più considerata tale, ma sarà a tutti gli effetti un ciclomotore e per questo vincolata ai costi di omologazione e immatricolazione del veicolo.
Il prezzo varia in base ai diversi modelli proposti sul mercato italiano. Per alcuni sono previsti degli incentivi regionali o comunali, spesso differenti tra loro per disponibilità, tempi e durata. A chi fosse interessato all’acquisto agevolato di una bici elettrica (senza eccessivi costi), ricordiamo che è possibile richiedere informazioni più dettagliate al riguardo presso il proprio comune di residenza.